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Cos’è il Trattato del Quirinale che Draghi e Macron firmeranno giovedì a Roma

Giovedì verrà firmato il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia. Si tratta di un accordo storico annunciato nel 2017 che promuove il coordinamento tra i due Paesi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo diversi rinvii, prima dovuti alla fine del primo governo Conte e poi alla pandemia di Covid, Italia e Francia firmeranno il Trattato del Quirinale. Le Camere, però, non ne sanno nulla e l'opposizione promette battaglia in Parlamento. Giovedì il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, sarà a Roma per mettere nero su bianco l'intesa con il nostro Paese insieme a Mario Draghi. Il documento, lungo una trentina di pagine, è composto da undici capitoli dedicati a temi differenti, su cui i due Paesi stringeranno un accordo storico che ricorda quello tra Francia e Germania del 1963. Il Trattato, spiegano dall'Eliseo, "favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, così come il coordinamento fra i due Paesi per la politica europea ed estera, per la sicurezza e la difesa, per la politica migratoria e per quella economica, ma anche per i settori dell'istruzione, della ricerca, della cultura e per la cooperazione transfrontaliera".

Il documento era stato annunciato nel 2017, quando alla presidenza del Consiglio c'era Paolo Gentiloni – oggi commissario europeo all'Economia – e ci sono voluti anni per arrivare alla firma. I temi trattati sono diversi: si va dagli esteri alla difesa, dalle migrazioni allo sviluppo economico, passando per sostenibilità, istruzione, giustizia, gioventù e altri ancora. In Parlamento, però, c'è chi protesta: "Tra pochi giorni sarà firmato un accordo importante, peccato che nessuno abbia ufficialmente visto il testo che impegna l’Italia – attacca Giorgia Meloni – non certo il Parlamento che non ne sa nulla. E no, non siamo tranquilli, visto che questo trattato è nato nel 2017 sotto il governo Pd, lo stesso del trattato di Caen con il quale l’Italia avrebbe ceduto, se Fratelli d’Italia non avesse sollevato lo scandalo, pregiate parti delle sue acque nazionali alla Francia".

Insomma, in casa Fratelli d'Italia si grida allo scandalo per un Trattato che consegnerebbe l'Italia alla sfera di influenza francese. Niente di tutto ciò, nega il presidente della commissione Esteri della Camera, il dem Piero Fassino: "Dal punto di vista formale e costituzionale qualsiasi Trattato viene sottoposto alla ratifica del Parlamento dopo la firma dell'accordo – spiega – Dal punto di vista dei contenuti, io stesso come presidente dell'Interparlamentare Italia-Francia ne ho seguito la stesura insieme alla Farnesina". Il Trattato del Quirinale è "di particolare importanza con un impianto che segna un salto di qualità" nelle relazioni bilaterali. Già lunedì prossimo si concretizzerà il primo capitolo della collaborazione parlamentare prevista dal documento: il presidente della Camera, Roberto Fico, e il suo pari grado francese, Richard Ferrand, firmeranno un accordo di cooperazione tra i due Parlamenti.

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