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Cosa sta succedendo tra il governo Meloni e la magistratura dopo i casi Delmastro e Santanchè

Il governo continua a raccontare di essere sotto attacco da parte della magistratura, dopo i casi Santanchè e Delmastro, e ora anche per la vicenda che riguarda il figlio di La Russa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Prima il caso Santanchè, poi Delmastro, ora – si vocifera nel centrodestra – anche il figlio di Ignazio La Russa. La magistratura vuole fare opposizione al governo, dicono da Palazzo Chigi, ed è già cominciata la campagna elettorale per le europee del prossimo anno. Perciò si accelera sulla riforma della Giustizia voluta dal ministro Nordio. Ma nel frattempo continua la narrazione dell'esecutivo sotto attacco, una sorta di assedio raccontato da Giorgia Meloni ai giornali – non a caso oggi ci sono retroscena molto simili su Corriere della Sera e Repubblica – per far passare il messaggio del complotto contro di lei da parte dei magistrati.

Tutto è cominciato con la velina di Palazzo Chigi, affidata a fonti anonime, che conteneva un attacco diretto alla magistratura "politicizzata", colpevole di aver deciso di "fare opposizione" al governo con i casi della ministra Santanchè e del sottosegretario Delmastro. Sulla prima ci si riferisce alla diffusione della notizia che fosse indagata nel giorno dell'informativa in Senato, anche se l'inchiesta andava avanti probabilmente da settembre. Sul sottosegretario, invece, si contesta la decisione del Gip di Roma di ricorrere all'imputazione coatta per chiedere il rinvio a giudizio nonostante la Procura volesse l'archiviazione.

Lo scontro perenne tra centrodestra e magistratura è un'altra delle eredità di Silvio Berlusconi, che Giorgia Meloni sembra aver già preso particolarmente a cuore. L'ultimo caso è quello del figlio del presidente del Senato, Leonardo Apache La Russa, che è accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 22 anni conosciuta in un locale. La difesa della seconda carica dello Stato è stata discutibile, tanto da richiedere un passo indietro poche ore dopo. Ma nel centrodestra, anche in questo caso, c'è chi è pronto a parlare di "giustizia a orologeria" e di una riforma sempre più urgente. Per cambiare la giustizia e cominciare una nuova battaglia contro la magistratura.

Santalucia (Anm) contro il governo: "Noi difendiamo la Costituzione". I magistrati: "Posizioni incomprensibili"

"La magistratura non ha alcuna voglia di alimentare lo scontro, ma quando il livello dello scontro si alza, il nostro silenzio sarebbe l'impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza a una politica muscolare rivolta a un'istituzione di garanzia – ha dichiarato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, in risposta alle polemiche di questi giorni – Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione". Da Palazzo Chigi è arrivata "un'accusa pesantissima che colpisce al cuore la magistratura". Poi, sulla separazione delle carriere, ha aggiunto: "Sono una misura di punizione nei confronti della magistratura".

L'Anm auspica che "queste prese di posizione non siano veramente condivise dal responsabile del dicastero e dalla maggioranza governativa e che alcuni giorni di riflessione possano condurre a conclusioni più meditate". È quanto si legge in un documento approvato all'unanimità dal Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati. Le "prese di posizione che si susseguono in questi censurando i provvedimenti di un giudice" sono "incomprensibili", hanno scritto i magistrati, richiamando il principio della "separazione dei poteri dello Stato", unica "garanzia dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge". Se queste prese di posizioni vengono "dal ministero della Giustizia, l'incomprensibilità lascia posto allo smarrimento"

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