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Cosa sono le “zone rosse limitate” che potrebbero arrivare in autunno

Con l’incubo variante Delta all’orizzonte e la necessità di vaccinare il più possibile e il più velocemente possibile, il virologo Pregliasco guarda all’autunno con relativa preoccupazione: “Sarà tranquillo, magari con zone rosse limitate”, spiega il docente. Gestire tutto “nel più breve tempo possibile” è la lezione del Covid: tracciamento e isolamento immediato dei casi positivi, per evitare il rischio di una nuova zona rossa nazionale.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mai più zona rossa nazionale. L'obiettivo è chiaro: non tornare a quanto vissuto nell'ultimo anno, prima con il lockdown, poi con il sistema a colori che ha lasciato spazio troppo spesso a una chiusura generalizzata, come quella decisa durante i periodi di festa. Insomma, è interesse di tutti non tornare indietro, ma andare avanti con precauzione. Nei giorni in cui le riaperture sono praticamente ultimate – mancano ancora le discoteche – e la mascherina all'aperto non è più obbligatoria, a preoccupare è la variante Delta, soprattutto guardando a cosa sta succedendo nel Regno Unito. Presto sarà la variante prevalente anche in Italia, perciò è essenziale continuare a ritmo serrato con la vaccinazione, l'unica arma contro il Covid.

Ma cosa succederà il prossimo autunno? A provare a ipotizzare cosa cambierà da qui ai prossimi mesi, superata l'estate, è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano. L'autunno sarà "tranquillo, magari con zone rosse limitate", ha spiegato all'Adnkronos. Sarà fondamentale, ancora una volta, il tracciamento e la tempestività. Intervenire immediatamente con delle zone rosse più piccole ma più precise, qualora ci fosse un nuovo aumento dei contagi da Covid. "Dovrebbero esserci le necessarie attenzioni, mirate il più possibile", ha sottolineato Pregliasco. "Quello che il Covid ci ha insegnato a fare è a essere molto attenti e gestire le cose nel più breve tempo possibile".

Il virologo, comunque, è positivo: "Io credo che le cose si stanno muovendo – ha spiegato – Mi pare che ci sia una buona attenzione e credo che nel breve avremo una maggiore capacità di gestire la cosa". Insomma, ci sono passi avanti su sequenziamento e tracciamento, che restano le sfide importanti per l'immediato futuro. Poi, sulla decisione di riaprire tutto nel Regno Unito, ha spiegato che "è una scelta politica". Secondo Pregliasco "è un problema sempre di equilibrio su aspetti che possono essere pesanti rispetto a un lockdown che fa soffrire".

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