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Cosa si sono detti Giorgia Meloni e Donald Trump alla cena dei leader Nato all’Aia

A margine della cena dei Capi di Stato e di Governo Nato all’Aia, Giorgia Meloni e Donald Trump avrebbero avuto un lungo e riservato colloquio. Al centro della discussione, secondo fonti vicine ai due leader, i delicati equilibri in Medio Oriente e gli impegni dell’Alleanza Atlantica.
A cura di Francesca Moriero
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Donald Trump e Giorgia Meloni, a cena al Paleis Huis ten Bosch in vista del vertice NATO all’Aia, nei Paesi Bassi, martedì 24 giugno 2025. (Remko de Waal, Pool Photo tramite AP)
Donald Trump e Giorgia Meloni, a cena al Paleis Huis ten Bosch in vista del vertice NATO all’Aia, nei Paesi Bassi, martedì 24 giugno 2025. (Remko de Waal, Pool Photo tramite AP)

Si sarebbe svolto in un clima solenne e carico di attese il faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Donald Trump, durante la cena dei vertici Nato a Palazzo Huis ten Bosch all'Aia, la Casa nella foresta, una delle residenze dei reali d'Olanda. L'incontro, avvenuto a margine del ricevimento organizzato da Re Willem-Alekander e dalla Regina Maxima dei Paesi Bassi, che hanno accolto i capi di Stato e di governo dei 32 Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, insieme ai rappresentanti dei partner indo-pacifici e ai vertici dell’Unione Europea, avrebbe offerto l'opportunità ai due di scambiare opinioni sui principali dossier internazionali, a partire dalle recenti evoluzioni in Medio Oriente. Trump sarebbe arrivato all'Aia poche ore prima dell'incontro, reduce dalle prime reazioni internazionali alla tregua tra Iran e Israele che, dopo dodici giorni di intensi bombardamenti, avrebbe lasciato intravedere una fragile stabilizzazione. Proprio la situazione in Medio Oriente sarebbe stata, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, al centro del confronto tra i due leader, insieme agli altri dossier più urgenti sul tavolo dell'Alleanza.

Il ricevimento reale e la tavolata dei dossier caldi

La cena dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri della Nato si sarebbe svolta in un contesto altamente simbolico: al tavolo d'onore, accanto ai sovrani olandesi, erano presenti infatti anche il segretario generale dell'Alleanza Mark Rutte, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il presidente ceco Petr Pavel e, in qualità di ospite speciale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Meloni e Trump, seduti fianco a fianco, avrebbero colto l'occasione per approfondire la riflessione sulla complessa congiuntura internazionale, toccando vari punti caldi dell'agenda globale e sondando possibili strade comuni per affrontare la fase di instabilità che l'Alleanza si trova ad attraversare.

La premier italiana, appena poche ore prima della partenza per l'Aia, aveva ribadito al Senato l'impegno dell'Italia nel rafforzamento della difesa comune, invocando il motto latino Si vis pacem, para bellum, "se vuoi la pace, prepara la guerra", a testimonianza di un approccio improntato alla deterrenza e alla solidità, almeno dichiarata, degli apparati militari

La crisi in Medio Oriente al centro del dialogo

A quanto si apprende, la recente tregua tra Iran e Israele e i rischi di una nuova escalation sarebbero stati i principali temi al centro del confronto tra la premier italiana e il presidente americano. Secondo fonti vicine alla delegazione italiana, Meloni e Trump avrebbero dunque condiviso preoccupazioni e ipotizzato possibili strategie per favorire una soluzione negoziale e contenere ulteriori scontri. La presidente del Consiglio avrebbe ribadito come la situazione resti "complicata" e richieda una risposta ferma e condivisa, pur confermando la sua fiducia nel rilancio dei negoziati; il confronto avrebbe inoltre permesso di analizzare lo scenario iraniano e l'evoluzione dei principali teatri di crisi.

La difesa europea, le polemiche interne e la strategia dell’Italia

Foto di famiglia al vertice NATO 2025 all’Aia, martedì 24 giugno 2025. (Haiyun Jiang/Pool Photo tramite AP)
Foto di famiglia al vertice NATO 2025 all’Aia, martedì 24 giugno 2025. (Haiyun Jiang/Pool Photo tramite AP)

Alla vigilia del vertice Nato, Meloni avrebbe confermato la posizione assunta al Senato, proprio poco prima di partire, dal governo italiano sulla necessità di incrementare le spese per la difesa, rispettando l‘obiettivo del 5% del PIL previsto dal piano decennale dell'Alleanza. Meloni avrebbe insistito però anche sulla richiesta di rendere questo percorso più flessibile e credibile, evitando corse affrettate e assicurando che i fondi vengano destinati prioritariamente a imprese italiane ed europee.

Le sfide che attendono l'Alleanza

Il summit all'Aia, che seguirà la cena dei leader Nato, si preannuncerebbe come un momento chiave per ridisegnare gli equilibri interni all'Alleanza e chiarire il peso dell'Europa nel nuovo contesto globale: al centro dei colloqui ci sarebbe il piano decennale che mira a portare la spesa per la difesa dei membri al 3,5% del PIL e gli investimenti in sicurezza ad almeno l'1,5%. Una scelta che, secondo Meloni, andrebbe interpretata come "un'assunzione di responsabilità" in un'epoca segnata da minacce ibride, tensioni regionali e una corsa alle tecnologie emergenti. La presidente del Consiglio, nel suo intervento al Senato proprio poco prima di partire, avrebbe rilanciato la necessità di rispettare gli impegni assunti nel quadro Nato, ma con un percorso "sostenibile, flessibile e credibile". Secondo la presidente del Consiglio, l'obiettivo non sarebbe semplicemente "spendere di più per spendere di più", ma puntare sulla qualità degli investimenti e sul rafforzamento dell’industria europea e italiana, evitando duplicazioni e corsa affrettate dell’ultimo minuto. Una visione condivisa nel confronto proprio con lo stesso Trump, che avrebbe visto nel rilancio dei fondi per la difesa una conferma della centralità dell'Alleanza e dei principi che ne sono alla base.

In questo quadro complesso, mentre l'opposizione interna incalza e l'opinione pubblica si mostra divisa tra la necessità di garantire la sicurezza e i timori legati a un riarmo percepito come eccessivo, il faccia a faccia tra Meloni e Trump assumerebbe un rilievo particolare; un confronto che potrebbe influenzare non solo l'esito dei negoziati ad alta intensità dei prossimi giorni, ma anche l'assetto futuro dei legami transatlantici e la posizione dell'italia nello scacchiere globale.

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