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Covid 19

Cosa potrebbe cambiare con Omicron: tamponi obbligatori nei grandi eventi anche per vaccinati

L’aumento della diffusione della variante Omicron costringe il governo a valutare nuove misure: possibile obbligo di tampone anche per i vaccinati per accedere ai grandi eventi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Con la diffusione di Omicron in Europa, che è destinata a diventare la variante prevalente del virus, il governo ha varato una stretta in vista del periodo natalizio, che prevede il tampone obbligatorio per tutti coloro che arrivano in Italia dall'estero, anche se vaccinati, e per i viaggiatori non immunizzati è prevista in aggiunta una quarantena di cinque giorni.

Il provvedimento del governo è stato fortemente criticato dalla Lega, e in particolare dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, secondo cui è stata una misura presa "troppo in fretta e con nessun preavviso". In un'intervista al Corriere della Sera ha spiegato che l'obbligo di tampone anche a chi arriva dai Paesi Ue "è una mazzata inaspettata, purtroppo non se ne è parlato a sufficienza e sarebbe stato meglio discuterne più approfonditamente. Intendo dire che il problema non è la misura in sé, ma l'assoluta impossibilità da parte degli operatori del settore di programmare l'attività. Una misura così, introdotta dall'oggi al domani, crea enormi problemi a chi doveva mettersi in viaggio. Se proprio andava fatto, poteva essere stabilito con un preavviso di una settimana. In questo momento quello che serve non è una comunicazione martellante, bensì la capacità di trasferire messaggi corretti, come, per esempio, che si può andare in montagna a sciare anche se una regione è arancione".

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha detto questa mattina che "Il messaggio che dobbiamo cogliere è che ci aspettiamo che la variante Omicron crescerà, ce lo dice l'Ecdc, ce lo dicono esperienze che arrivano da altri Paesi. Per controllarne l'impatto la prima risposta che abbiamo in questo momento è proprio quella di continuare il ciclo vaccinale, iniziandolo per quei milioni di italiani che ancora non l'hanno fatto, completandolo con la terza dose, soprattutto le categorie più fragili, perché sappiamo dai primi dati che stanno emergendo a livello di letteratura che questo è uno strumento potentissimo per limitare la circolazione del virus, ma anche e soprattutto per evitare eventuali complicanze cliniche".

Oltre al prolungamento dello stato d'emergenza, prorogato al 31 marzo 2021, non è escluso che l'esecutivo possa emanare nuove misure anti Covid. Per esempio l'introduzione dell'obbligo di tampone anche per i vaccinati per partecipare ai grandi eventi. Secondo Franco Locatelli questa è "un’ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare", ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, perché "va tutelato il vantaggio che e’ stato accumulato dal nostro Paese e soprattutto vanno protette le vite degli italiani", ha precisato in un'intervista a Sky Tg 24.

In questa fase, oltre all'importanza dei richiami, "Indossare le mascherine negli spazi chiusi, e in quelli aperti quando ci sono situazioni di assembramento, o considerare la stessa possibilità di indossare la mascherina in situazioni particolari come le festività natalizie, mantenere il distanziamento, promuovere la ventilazione dei locali sono tutte misure che servono per contenere la diffusione di Sars-CoV-2", ha detto il professore.

Mascherine obbligatorie anche all'aperto

Il governo ha escluso dall'ultimo pacchetto di misure l'obbligo di mascherine all'aperto in fascia bianca, lasciando l'eventuale stretta agli amministratori locali, prevedendo l'uso del dispositivo di protezione solo a partire dalla zona gialla: "Alcuni sindaci – ha detto Locatelli – hanno già adottato questa misura. Prendo ad esempio Bergamo, che è la mia città, dove il sindaco Gori ha posto l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in alcuni casi. Può essere una misura utile". Un possibile allargamento dell'obbligo a livello nazionale "Credo che possa essere considerabile, è un’ipotesi possibile se dovesse esserci un ulteriore peggioramento" del quadro epidemiologico, ha sottolineato il professore.

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