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Cosa c’è nel piano dell’Ue contro il caro affitti e la crisi abitativa

L’Unione Europea ha nominato un nuovo commissario e una commissione speciale contro l’emergenza abitativa. In tutta l’Ue i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 53% in dieci anni. A causa della crisi abitativa, il 17% degli europei vive in case sovraffollate.
A cura di Andrea Scordino
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L’Unione Europea ha già avviato le prime politiche per contrastare l’aumento degli affitti e la crescente emergenza abitativa. La Commissione europea ha nominato per la prima volta un Commissario per l’energia e gli alloggi, mentre il Parlamento europeo ha istituito una commissione speciale sulla crisi abitativa. Il nuovo commissario, Dan Jørgensen, e la nuova commissione, sono stati entrambi ideati ad hoc per affrontare l’emergenza abitativa sempre più diffusa in Europa.

Negli ultimi 10 anni nei Paesi membri dell’UE c’è stato un incremento vertiginoso del costo delle case e degli affitti. Con l’istituzione di questi nuovi organi, Bruxelles ha come obiettivo quello di garantire case dignitose, sostenibili e accessibili per tutti.

Le mosse dell'Unione europea contro la crisi delle case

Negli ultimi anni, l’UE ha messo in campo diverse iniziative per contrastare la crisi abitativa. Nel 2021, il Parlamento europeo ha riconosciuto il diritto a un alloggio adeguato come diritto umano fondamentale, accessibile a tutti i cittadini dell’Unione. Tre anni dopo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha inserito la questione abitativa tra le priorità del suo secondo mandato, promettendo una strategia europea per affrontare il caro-affitti.

A dicembre 2024 è stata nominata la commissione parlamentare sulla crisi abitativa, incaricata di analizzare la cause del problema e individuare soluzioni concrete. Il mandato era stato previsto inizialmente per un anno, ma è stato prorogato fino a luglio 2026.

Nel marzo 2025, la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti hanno presentato un piano da 10 miliardi di euro destinato a progetti di edilizia sostenibile e a prezzi accessibili. Nello stesso periodo, il commissario Jørgensen ha avviato una consultazione pubblica con governi, associazioni e cittadini per costruire un piano comune sulla casa.

A settembre di quest'anno, il Parlamento ha approvato nuove misure che consentono di destinare parte dei fondi di coesione e sociali all’edilizia abitativa. L’obiettivo di Bruxelles è spingere gli Stati membri a raddoppiare gli investimenti nel settore e a favorire la costruzione di alloggi dignitosi e sostenibili.

I numeri della povertà abitativa in Europa

In Europa a subire di più di tutti l’aumento del costo delle case e degli affitti sono i giovani. Con il carovita, molti giovani europei faticano sempre di più a rendersi indipendenti rispetto alle generazioni passate, con la conseguenza di restare sempre più a lungo a casa con i genitori.

Uno degli indicatori più utilizzati per valutare la sostenibilità dei costi abitativi è il rapporto tra spese per la casa e reddito disponibile. Quando la quota  di reddito supera il 40%, le famiglie vengono considerate in difficoltà.

Nel 2024, questa soglia è stata superata dal 9,8% delle famiglie urbane e dal 6,3% di quelle rurali dell’Unione europea. Tra i Paesi più in difficoltà c’è la Grecia, dove quasi tre cittadini su dieci (29%) che vivono in città utilizzano oltre il 40% del reddito per sulla casa. Tra i Paesi che risentono meno dell’incremento dei prezzi nel mercato immobiliare c’è Cipro invece, con solo il 2,3% delle famiglie in questa condizione. In Italia, la quota media di reddito utilizzata dalle famiglie per tutte le spese riguardanti la casa è attualmente al 13,6%, ben sopra la media.

Tra il 2015 e il 2024, i prezzi delle abitazioni nell’UE sono aumentati in media del 53%, con picchi in Ungheria (+209,5%), Lituania (+135%) e Portogallo (+124,4%). Anche gli affitti sono cresciuti costantemente: tra il 2010 e il primo trimestre del 2025 sono aumentati del 27,8%, con incrementi record in Estonia (+220%), Lituania (+184%), Ungheria (+124%) e Irlanda (+115%).

Un fattore che ha determinato la crisi abitativa e il rincaro degli affitti è stata la diffusione degli affitti a breve termine, che ha ridotto l’offerta di abitazioni disponibili per i residenti.

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A riferirlo è proprio la Banca europea per gli investimenti, che lega la carenza di alloggi soprattutto alla riduzione dell’offerta di abitazioni disponibili. A diminuire il numero di investimenti nel settore immobiliare, rimasto perlopiù stagnante dopo la crisi finanziaria del 2008, la pandemia di Covid-19 ha rappresentato una nuova battuta di arresto. Dal 2021 in poi, le licenze per nuovi edifici residenziali sono diminuiti di oltre il 20%.

I dati Eurostat 2024 mostrano che oltre due terzi degli europei vivono in case di proprietà. In media ci sono 2,3 persone per famiglia e 1,7 stanze per persona. Tuttavia, il 17% vive in abitazioni sovraffollate, mentre il 33% dispone di spazio in più rispetto agli standard considerati adeguati. L’età media in cui i giovani lasciano la casa dei genitori è di 26,3 anni, ma varia molto tra Paesi: si passa dai 21,4 anni in Finlandia ai 31,8 in Croazia (l'Italia è vicina al fondo della classifica, con una media di 30 anni).

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