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Guerra in Ucraina

Cosa cambia tra lo Stato di emergenza per la guerra in Ucraina e quello per il Covid

Quando stava per scadere lo Stato di emergenza per Covid il governo Draghi ne ha proclamato uno per la guerra in Ucraina, ma le due norme sono diverse.
A cura di Giacomo Andreoli
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Quando lo Stato di emergenza per la pandemia da coronavirus sembrava agli sgoccioli (scade il prossimo 31 marzo), ora il governo Draghi ne ha proclamato uno nuovo per la guerra in Ucraina. E questo dura fino alla fine dell'anno. Non bisogna però confondersi: le due decisioni, anche se fanno riferimento allo stesso strumento giuridico, sono nettamente diverse.

Per Stato di emergenza, nel nostro Paese, si intende una precisa condizione giuridica che viene determinata da eventi eccezionali. In questi casi si garantisce al governo una serie di poteri straordinari per proteggere i cittadini. Quindi si deroga dalle comuni norme di legge, ma bisogna rispettare sempre i principi generali dell'ordinamento.

Mentre lo Stato di emergenza per Covid ha impatto diretto sul territorio italiano, dando il potere di ordinanza ad esempio al ministero della Salute o alla struttura commissariale di Figliuolo, quello per la guerra determina solo aiuti all’Ucraina e uno stato di pre-allarme per il gas e le procedure Nato. Questo nuovo quadro giuridico, quindi, non interferisce con il precedente e non si sovrappone, perché hanno funzioni totalmente diverse. Al momento in Italia sono in vigore diversi Stati di emergenza, legati a eventi catastrofici come i terremoti in varie aree del Paese.

Stato di emergenza Covid, cosa vuol dire

Lo Stato di emergenza per la pandemia velocizza le procedure burocratiche per affrontare il virus. Come detto, quindi, garantisce il potere di ordinanza (ad esempio per cambiare il colore delle Regioni o modificare la logistica della campagna vaccinale) e Dpcm (per imporre le varie restrizioni viste in questi anni). Non solo: permette l'esistenza stessa del Comitato tecnico scientifico e della struttura commissariale del generale Figliuolo. Il primo è composto da 11 persone, con il coordinamento del presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Il portavoce è Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità. Il ruolo del Cts è dare consulenza e supporto alle attività di coordinamento per affrontare il Covid.

La struttura commissariale, invece, si occupa per lo più della campagna vaccinale, gestendo la diffusioni delle dosi e la loro somministrazione tra gli hub, le farmacie e gli studi medici italiani.

Stato di emergenza per la guerra, i poteri al governo

Lo Stato di emergenza per la guerra in Ucraina ha garantito finora l'approvazione di diverse misure, che riguardano per lo più l'invio di aiuti all'Ucraina e il rafforzamento del fronte orientale della Nato. Tramite un apposito decreto il governo ha quindi predisposto l'invio di armi e mezzi militari a Kiev, ma anche lo stanziamento di aiuti militari. Inoltre sono state messe in allerta l’Unità di crisi del ministero degli Esteri per la tutela degli italiani all’estero e la Protezione civile, che potrebbero intervenire sul suolo ucraino in caso di situazioni umanitarie ancor più drammatiche delle attuali.

Infine lo Stato di emergenza per la guerra permette maggiore flessibilità nella gestione delle risorse energetiche. In questo senso sono state autorizzate l'aumento dell'offerta e la riduzione della domanda di gas. Non solo, è stata prevista anche la riduzione del consumo di gas nelle centrali elettriche attive in Italia, massimizzando la produzione da altre fonti e sempre non intaccando il contributo delle energie rinnovabili. Tutto per affrontare un possibile razionamento, viste le prevedibili minori forniture dalla Russia.

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