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L’Italia si prepara a un possibile razionamento del gas, pronto il piano del governo

La guerra tra Russia e Ucraina può portare a un ridurre il gas in Italia, per questo il governo si prepara con un piano di emergenza per attingere da altre fonti.
A cura di Giacomo Andreoli
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La guerra tra Russia e Ucraina può portare a un razionamento del gas e l'Italia si prepara con un apposito piano. L'ultimo decreto del governo Draghi, che contiene aiuti militari diretti e indiretti a Kiev, prevede l'autorizzazione ad aumentare l'offerta o ridurre la domanda di gas. Si tratta dell'opzione prevista in caso di emergenza, a cui il nostro Paese non è ancora arrivato, ma si sta avvicinando.

La norma prevista dall'esecutivo rende subito attuabile, se necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche al momento attive, tramite la massimizzazione della produzione da altre fonti. Sempre non intaccando il contributo delle energie rinnovabili. Sarà il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ad adottare con "provvedimenti e atti di indirizzo" misure per "l'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano di emergenza". Il ministro dovrà poi darne "comunicazione nella prima riunione del Consiglio dei ministri successiva all'adozione delle misure".

Inoltre si prevede anche la riduzione del consumo di gas nelle centrali elettriche e termoelettriche, due delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas in Italia. Per rendere concretamente operative le misure, viene affidata una serie di compiti a Terna, gestore della rete. Se infatti scattassero i razionamenti del consumo di gas "nel settore termoelettrico" l'azienda dovrebbe predisporre "un programma di massimizzazione dell'impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW, che utilizzano carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio".

Questo potrebbe avvenire "per il periodo stimato di durata dell'emergenza" o fino a quando deciso dal Ministero della Transizione ecologica. Agli impianti si applicherebbero i limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali.

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