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Qatargate News -Inchiesta Qatar-Parlamento Europeo

Qatargate, Francesco Giorgi confessa: era lui a gestire il giro di soldi

Francesco Giorgi, assistente parlamentare e compagno di Eva Kaili, avrebbe confessato davanti ai magistrati belga nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione: era lui a gestire i contanti per un’organizzazione utilizzata da Marocco e Qatar per condizionare gli affari europei.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Un giro di contanti da milioni di euro, provenienti dal Qatar e non solo, per corrompere funzionari e parlamentari dell'Eurcamera. Le nubi sull'inchiesta della Procura belga su quello che è già stato ribattezzato Qatargate si cominciano a diradare e – secondo media italiani e internazionali – gli indagati cominciano a confessare e a raccontare come sono andate realmente le cose. Davanti agli inquirenti belga, infatti, Francesco Giorgi avrebbe confessato di aver fatto parte di un'organizzazione utilizzata dal Marocco e dal Qatar allo scopo di interferire e condizionare gli affari europei. Giorgi è il compagno dell'ormai ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili – arrestata qualche giorno fa -, è assistente parlamentare dell'eurodeputato Cozzolino e ha fatto parte dello staff di Panzeri.

Il ruolo di Giorgi, secondo quanto ricostruito dal quotidiano belga Le Soir e da Repubblica che hanno potuto visionare dei documenti riservati sull'inchiesta, sarebbe stato quello di gestire i contanti. Gli stessi soldi che, almeno in parte, sono stati trovati prima dell'udienza preliminare. Durante la sua confessione, fatta davanti ai magistrati belga, Giorgi avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella – entrambi europarlamentari del gruppo dei Socialisti e Democratici – avrebbero preso soldi sempre tramite Panzeri. Secondo quanto raccontato ancora da Giorgi, il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged. Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l'ambasciatore del Marocco in Polonia.

Metsola prima del Consiglio Ue: "Non ci sarà impunità"

"Le accuse che coinvolgono il Parlamento europeo sono un colpo alla democrazia e a tutto ciò su cui abbiamo lavorato per molti anni – ha commentato oggi la presidente dell'Eurcamera, Roberta Metsola, nel giorno in cui comincia il Consiglio Ue – Ci vogliono anni per costruire la fiducia, ma solo un momento per abbatterla". Metsola ha garantito che passerà "il messaggio che non ci sarà impunità, non ci sarà da nascondere sotto il tappeto, non ci sarà da fare come al solito". E ancora: "Farò tutto il possibile per ripristinare la posizione di Casa della democrazia, di legislatore, di istituzione che prende decisioni, pulita, e trasparente e che non è in vendita a attori stranieri".

Qatargate, Meloni: "Reazione ferma e decisa"

Anche la presidente del Consiglio Meloni ha commentato le ultime evoluzioni, arrivando al Consiglio europeo: "Lo scenario è preoccupante, le notizie che escono raccontano qualcosa che non avremmo mai immaginato e di fronte a questo tipo di cose ci deve essere una reazione, serve che si vada fino in fondo, senza fare sconti, perché ne va della credibilità dell'Ue e delle nostre nazioni – ha detto la leader di Fratelli d'Italia – noi chiederemo che sia fatta piena luce su quello che sta accadendo". E ha aggiunto: "I contorni sono abbastanza devastanti, in questi casi credo che conti molto la reazione e la reazione deve essere ferma e decisa".

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