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Qatargate News -Inchiesta Qatar-Parlamento Europeo

Qatargate, il giudice Claise lascia l’inchiesta: “Emersi dubbi sull’oggettività delle indagini”

La ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, coinvolta nelle indagini sul caso della presunta rete di corruzione internazionale chiamato Qatargate, farà causa proprio al Parlamento. Il motivo è che i servizi segreti del Belgio l’avrebbero monitorata, violando la sua immunità parlamentare.
A cura di Luca Pons
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Il giudice istruttore Michel Claise ha annunciato che lascerà la guida delle indagini relative allo scandalo Qatargate, una presunta rete di corruzione e influenze indebite sul Parlamento europeo per favorire alcuni Stati esteri. A riportarlo è il quotidiano belga Le Soir, che cita una nota della Procura federale belga.

Perché il giudice Claise ha lasciato le indagini

Secondo quanto si legge, l'addio avviene "in via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali". La decisione è arrivata stasera, dopo che sono "comparsi alcuni elementi" che "potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell'indagine". Non ci sono, comunque, "elementi effettivi che possano mettere in dubbio la correttezza di ogni persona coinvolta e il lavoro sostanziale che lo stesso giudice e gli inquirenti hanno svolto in questo caso". A breve Claise sarà sostituito un altro giudice istruttore che ha già lavorato sul caso.

Oggi si era svolto l'interrogatorio dell'europarlamentare italiano Andrea Cozzolino, a Bruxelles. I suoi legali avevano comunicato che sarebbe rimasto a disposizione delle autorità, per permettere il prosieguo delle indagini. Domani si dovrebbe svolgere un nuovo interrogatorio con la Polizia giudiziaria. Un portavoce della Procura aveva poco prima affermato che Cozzolino si trova in stato di fermo, e che domani si deciderà se convalidare il fermo o rilasciarlo.

Eva Kaili fa ricorso al Parlamento europeo perché i servizi segreti l'avrebbero spiata

L'arresto il 9 dicembre 2022, poi il carcere per quattro mesi seguito dagli arresti domiciliari, terminati il 25 maggio. Ora, forte del fatto che dalle indagini non starebbero emergendo elementi nuovi, Eva Kaili è passata al contrattacco. La ex vicepresidente del Parlamento europeo era stata rimossa dal suo incarico pochi giorni dopo l'arresto per il suo coinvolgimento nello scandalo Qatargate. Poche settimane fa in un'intervista aveva denunciato le condizioni vissute in carcere e aveva segnalato di essere stata spiata in modo illegale. Oggi i suoi legali hanno fatto sapere che Kaili ha fatto causa al Parlamento europeo, perché la sua immunità parlamentare non è stata rispettata.

"Dal fascicolo giudiziario i miei avvocati hanno scoperto che i servizi segreti belgi avrebbero messo sotto osservazione le attività dei membri della commissione speciale Pegasus. Il fatto che i membri eletti del Parlamento siano spiati dai servizi segreti dovrebbe sollevare maggiori preoccupazioni sullo stato di salute della nostra democrazia europea. Penso sia questo il vero scandalo", aveva detto Kaili a inizio giugno. Si era anche detta intenzionata a tornare a frequentare l'aula dell'Europarlamento, cosa che ha il pieno diritto di fare. Tuttavia, per il momento non si è presentata alla sessione plenaria.

I suoi avvocati hanno comunicato che il Parlamento europeo è stato denunciato "per violazione della sua immunità parlamentare, essendo stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla commissione Pega, che stava indagando istituzionalmente sull'esistenza di software illegali che monitoravano le attività degli eurodeputati e dei cittadini Ue".

Kaili sarebbe stata monitorata nonostante, in quanto parlamentare europea, fosse tutelata dalle attività di spionaggio. Per questo ha presentato un ricorso interno alla commissione Legale del Parlamento: si aprirà un procedimento che avrà l'obiettivo di stabilire se, e in che modo, questa immunità sia stata violata. Non è ancora chiaro se questo eventuale monitoraggio irregolare fosse stato svolto per indagare sul Qatargate o su altri presunti illeciti.

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