Copasir conferma ripresa indagini su Paragon dopo lo spionaggio su Ciro Pellegrino: “Nuovi approfondimenti”

Come anticipato da Fanpage.it lunedì scorso, il Copasir svolgerà nuovi approfondimenti sul caso Paragon, dopo le ultime novità emerse sul giornalista di Fanpage.it Ciro Pellegrino, capo della cronaca di Napoli a Fanpage.it, il cui Iphone è stato infettato con certezza dal software di sorveglianza prodotto dall'israeliana Paragon, Graphite.
Pellegrino, secondo quanto confermato dal secondo rapporto di The Citizen lab, team di esperti dell'Università di Toronto, è stato di sicuro intercettato da Graphite, insieme ad un altro giornalista europeo, di cui al momento non si conosce l'identità.
La decisione di riprendere le indagini, ha fatto sapere l'organismo parlamentare, è stata presa nel corso della riunione di oggi pomeriggio del Comitato, che sulla vicenda aveva prodotto una relazione, inviata al Parlamento lo scorso 5 giugno.
E proprio in quella relazione il Copasir informava che si sarebbe riservato comunque "la possibilità di svolgere ulteriori approfondimenti, anche successivamente alla pubblicazione della presente relazione, su eventuali profili di competenza in relazione alle presunte intrusioni in dispositivi mobili rese note da altri due giornalisti nelle ultime settimane". Il riferimento è appunto a Ciro Pellegrino e a un altro "importante giornalista europeo", che ha scelto di restare anonimo, secondo quanto riferito dall'organo indipendente Citizen lab, che ha potuto svolgere verifiche sui telefonini dei due, accertandone l'intrusione dello spyware militare, notificata in precedenza da Apple (per il direttore Francesco Cancellato l'avviso è arrivato da Meta).
Il Copasir ha fatto sapere che nel caso dai nuovi approfondimenti emergessero altre notizie produrrà un addendum alla relazione inviata al Parlamento il 5 giugno scorso. Anche perché quella relazione lasciava aperte molte domande: se l'organismo aveva appurato che lo spionaggio attraverso Paragon – che lo ricordiamo è una tecnologia che dovrebbe essere a esclusivo utilizzo dei governi – ai danni degli attivisti di Mediterranea era stato autorizzato dalla procura generale, quel dossier non chiarisce chi abbia spiato il direttore Cancellato. E le ipotesi che si profilano sono tutte allarmanti: lo spionaggio potrebbe essere partito da un governo straniero, oppure da un'agenzia privata che usa Graphite illegalmente. In entrambi i casi la sicurezza e la democrazia sarebbero a rischio.
C'è anche un altro elemento da chiarire. Dopo la chiusura della relazione del Copasir l'azienda Paragon aveva fatto sapere di aver detto al governo italiano di poter risalire all'origine dello spionaggio, e dunque di poter determinare com quale licenza fosse stato utilizzato lo spyware. Ma aveva anche denunciato che il governo e i Servizi segreti non avevano voluto accettare quella collaborazione.
Una versione questa che è stata respinta dal Dis: "Non vi è mai stato alcun rifiuto, o opposizione, da parte del Governo e dei Servizi italiani, di prestare collaborazione al predetto Comitato". E le stesse fonti avevano chiarito che l'intelligence italiana non ha "ritenuto accettabile la proposta di Paragon di effettuare una verifica sui log di sistema delle piattaforme Graphite in uso ad Aise e Aisi, in quanto pratiche invasive". In pratica, secondo il Copasir, Paragon in audizione avrebbe offerto due opzioni, del tutto equivalenti: analizzare i database dei Servizi, tramite verifica interna, oppure dare la possibilità a Paragon di effettuare una sua analisi, attraverso i suoi software.
Lo stesso Copasir, smentendo l'azienda israeliana, aveva minacciato di desecretare gli atti, dicendo che il Comitato aveva interrogato direttamente, "nel corso dei sopralluoghi effettuati presso le sedi di Aisi e Aise il 7 maggio 2025 nell'esercizio dei poteri conferiti dalla legge, sia i database che i registri di audit, non cancellabili unilateralmente da parte del cliente-utilizzatore, con gli esiti noti già riportati nella stessa relazione", e che i membri di Paragon avevano assicurato che quell'attività sarebbe stata bastevole per verificare se il giornalista Francesco Cancellato fosse stato sottoposto ad attività di captazione attraverso lo spyware Graphite, in dotazione del governo italiano. Secondo quanto dichiarato dal Copasir, i rappresentanti di Paragon avevano assicurato che la verifica sui server dei Servizi, sarebbe stata un'opzione valida, alternativa a utilizzare "di concerto con le Agenzie di intelligence, il servizio offerto dalla stessa società Paragon".
Oggi proprio al Copasir si era rivolto Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, chiedendo "di non lasciar cadere il dossier Paragon, l’inquietante vicenda di spionaggio a danno dei giornalisti. Vogliamo sapere quanti effettivamente sono (o sono stati) i giornalisti oggetto dello spyware Graphite e chi e perché ha utilizzato software militari contro esponenti della stampa. Vogliamo capire se si è trattato di un’operazione per scoprire le fonti dei colleghi che fanno inchieste; fonti il cui segreto è tutelato dalla legge. Siamo di fronte ad un caso che rischia di mettere in discussione uno dei fondamenti della democrazia: la libertà di informazione".
Anche Parlamento europeo, nell'ultima Relazione sullo Stato di diritto dell’Ue, approvata oggi, ha condannato esplicitamente l'uso di spyware contro giornalisti e società civile, esprimendo anche preoccupazione "per la mancanza di garanzie sufficienti contro la sorveglianza illegale dei giornalisti".