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Conte non sa se ha deciso lui su Gregoretti

In occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde a chi gli chiede se ci sia stato un suo coinvolgimento sul caso Gregoretti, per cui è stata chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini: “Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto”, risponde. Ecco tutti gli altri temi trattati in conferenza stampa.
A cura di Stefano Rizzuti
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Se qualcuno si aspettava dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, un duro attacco contro Matteo Salvini, lasciando a lui tutta la responsabilità sul caso della nave Gregoretti, per ora rimane deluso. Lo stesso Conte, infatti, rispondendo a una domanda sul tema nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, spiega che sta effettuando verifiche per essere certo che non ci siano stati suoi interventi, se non per la parte dei ricollocamenti, su cui effettivamente è stato coinvolto. La risposta di Conte non significa che lui sia effettivamente intervenuto, ma lascia qualche possibilità e fa sembrare il presidente del Consiglio incerto sul tema. Per Salvini è stata chiesta l'autorizzazione a procedere su cui si dovrà esprimere il Senato. "Sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier – risponde Conte -. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza, verificherò il ruolo che ho avuto”.

Conte spiega ancora: “Ho fatto già una verifica, per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c'è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione. In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva, voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l'istruttoria”.

In conferenza stampa Conte parla del governo nato da pochi mesi come di un atleta che ha corso i cento metri e che ora è atteso da una “maratona di tre anni”. Ma c’è una certezza, per il presidente del Consiglio: non ci sarà un governo Conte tre. “Per carità”, replica a chi chiede se ci sia questa possibilità. E si appella a tutte le forze di governo: “La politica non deve promettere cose che non può mantenere. Non sprechiamo un’occasione d’oro. Le polemiche, i distinguo, non ci fanno bene. Non servono a noi”. Conte parla anche di rimodulazione dell’Irpef “a favore della classe media”, mentre la rimodulazione dell’Iva “non è all’ordine del giorno”. Inoltre, il presidente del Consiglio si sofferma sul superbonus befana: “Si conseguiranno dei punteggi, secondo le nostre ultime proiezioni arriveremo all’inizio del 2021 a restituire anche sino a 2mila euro di superbonus”. Tanti gli altri temi affrontati dal presidente del Consiglio in conferenza stampa, andiamo a vedere quali con le risposte di Conte.

I decreti sicurezza e la questione migranti

Tra i punti programmatici ci sono le modifiche. Il decreto sicurezza bis, in particolare, è stato varato al Cdm in una versione diversa. Poi è stato arricchito di alcune previsioni che ci siamo impegnati a rimuovere, non ci siamo riusciti perché cento giorni sono pochi. Adesso sarà uno dei temi del vertice di gennaio. Sull’immigrazione, intanto, mi sembra che il tema sia sparito dai radar. Noi stiamo ottenendo degli ottimi risultati, per certi versi anche migliori rispetto al precedente esecutivo, senza clamori, senza un dibattito su porti chiusi e invasione di migranti. L’Italia chiuderà il 2019 con meno di 12mila sbarchi, il 2018 è stato chiuso con circa il doppio degli sbarchi. E in più il dato più significativo, forse, è che abbiamo migliorato il numero dei ricollocati: negli ultimi 4 mesi sono 98 al mese, contro 11 al mese del precedente esecutivo. Questo perché nel frattempo è stato sottoscritto un accordo con cui abbiamo raggiunto dei risultati. Il problema non è porto aperto, porto chiuso. Perché i nostri porti non sono mai stati chiusi. La differenza era di tenerli più giorni in mare o meno giorni in mare, ma i porti chiusi non lo sono mai stati.

Le scissioni nel M5s e i nuovi gruppi a suo sostegno

In questo momento una frammentazione delle forze politiche di maggioranza non fa bene neppure al governo. Il mio invito è che servano solo per il dibattito interno di ogni forza politica. Io non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento: non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto di fronte ai cittadini italiani. Non posso pensare che dei parlamentari debbano ricorrere al mio nome per formare un gruppo e a questi parlamentari, se ci sono, io rivolgo un pubblico appello: rimanete nelle forze di governo, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del panorama politico. Manifestate il dissenso, lavorate all’interno, ma dar vita a nuovi gruppi rischia di destabilizzare l’iniziativa di governo.

La campagna elettorale permanente con le regionali

Non vedo tra le forze politiche di governo questo clima di campagna permanente, queste fibrillazioni. Bisogna dare la giusta importanza agli appuntamenti elettorali che ci sono, da cui ricaveremo dei dati politici, però stiamo sempre parlando di competizioni circoscritte su piani territoriali e non sarà un referendum a favore o contro il governo. Mi posso auspicare che questo affiatamento possa poi generare anche nelle competizioni, che ci possa essere una maggior consonanza – se mai di valutare di volta in volta – con la possibilità di dialogare meglio anche tra le forze che compongono la maggioranza.

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