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Notizie sull'inchiesta sul Covid a Bergamo

Conte e Speranza indagati per la gestione della pandemia a Bergamo, l’ex premier: “Sono tranquillo”

Sia Giuseppe Conte che Roberto Speranza si sono detti tranquilli e pronti a collaborare con la magistratura, dopo la notizia dell’indagine che vede coinvolti anche l’ex presidente del Consiglio e l’ex ministro della Salute per la gestione della pandemia di Covid nella Bergamasca.
A cura di Annalisa Girardi
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"Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica". È questo il primo commento dell'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla notizia dell'indagine a carico suo e dell'allora ministro della Salute, Roberto Speranza, per epidemia colposa. Un'inchiesta che vede al centro la gestione della pandemia di Covid nella Bergamasca, uno dei primi territori ad essere travolto dai contagi. Tra gli indagati, per la mancata zona rossa nella Val Seriana immediatamente dopo i primi casi, ci sono anche il governatore (recentemente riconfermato) della Lombardia, Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare, Giulio Gallera, ma anche il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

"Anticipo subito la mia massima disponibilità a collaborare con la magistratura", ha anche fatto sapere Conte alla notizia. "Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura", ha invece commentato, da parte sua, l'ex ministro della Salute Speranza.

Le posizioni di Conte e Speranza per la gestione della pandemia nella Bergamasca saranno trasmesse al tribunale dei ministri, a cui spetterà giudicare gli atti a loro carico. In totale, secondo quanto fatto sapere dal procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, gli indagati sono 17, che "a vario titolo hanno gestito la risposta alla pandemia da Covid-19".

Tra loro c'è anche Agostino Miozzo, che ha svolto il ruolo di coordinatore del Comitato tecnico scientifico. "Sono sereno, ho la coscienza tranquilla. Non ho nulla da rimproverarmi per i suggerimenti e le decisioni assunte", ha detto al Corriere della Sera.

Intanto l'associazione dei familiari delle vittime del virus, ha commentato in una nota: "Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni".

Sulla questione è intervenuto anche il leader del Terzo polo, Carlo Calenda: "Che ogni volta in Italia eventuali errori di governo, locale e nazionale, diventino processi penali (che spesso finiscono nel nulla), mi sembra un'anomalia. Ho preso spesso questa posizione in passato per persone che stimavo, mi sembra giusto farlo oggi con persone con cui non ho nulla a che spartire".

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