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Conte: “Fermiamo il treno in corsa o ci travolgerà. Senza interventi danni economici peggiori”

“Noi oggi non stiamo dando schiaffi a nessuno, non stiamo creando una deliberata volontà di penalizzare aree a discapito di altre. Se non intervenissimo ora questo treno ci arriverebbe addosso, con conseguenze ben peggiori e danni economici molto più elevati e prolungati”: lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commentando le nuove misure in vigore da oggi nel Paese.
A cura di Annalisa Girardi
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"Oggi non è una giornata felice, in particolare per molte aree e non parliamo solo di Milano. Parliamo della Lombardia, del Piemonte, della Valle d'Aosta anche della Calabria. Ci sono dei cittadini che sono costretti a un regime più restrittivo e anche penalizzante, perché chiaramente si tratta di misure che limitano anche la circolazione, che rischiano di deprimere tanti operatori economici", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo in videocollegamento al mastershow “Ristoranti, una questione politica”, nel food festival del Corriere della Sera, sottolineando che allo stesso modo alcune misure restrittive sono in vigore anche nelle zone arancioni e in quelle gialle. "Abbiamo introdotto dei riduttori di velocità. Abbiamo un treno che sta correndo e che abbiamo provato già a fermare. Noi oggi non stiamo dando schiaffi a nessuno, non stiamo creando una deliberata volontà di penalizzare aree a discapito di altre".

E parlando delle misure restrittive introdotte nelle ultime settimane, Conte ha sottolineato che purtroppo queste non sono riuscite a diminuire la velocità della curva, che anzi ha continuato ad aumentare. Ragion per cui si è rivelato necessario intervenire in modo più incisivo, specialmente in alcuni territori. "Siamo costretti a farlo, ma è un sacrificio che vogliamo sia quanto più contenuto possibile nel tempo. Se non intervenissimo ora questo treno ci arriverebbe addosso, con conseguenze ben peggiori e danni economici molto più elevati e prolungati. Invece con queste misure che abbiamo introdotto, confidiamo che tutto ciò durerà qualche settimana. Siccome ci avviciniamo al Natale, far ripartire i consumi sotto il Natale credo che sarebbe più utile far ripartire i consumi per tutti".

Conte ha anche parlato degli altri Paesi europei, molti dei quali sono anche stati costretti a introdurre lockdown più generalizzati. "Siamo nella condizione di dosare le misure: è chiaro che un ristoratore che deve chiudere alle 18 non è contento, ma stiamo graduando le misure sui livelli di rischio regionale. Capisco il profondo senso di ingiustizia che provano. Aver definito dei protocolli, sui quali le attività hanno investito, e poi ritrovarsi con una chiusura è molto penalizzante. Ma non fermiamoci solo al protocollo. Noi abbiamo investito moltissimi miliardi, abbiamo imposto protocolli anche in spiaggia. Ma ciò nonostante la pandemia è arrivata. Nonostante i protocolli la seconda ondata ne usciremo. Prima o poi ne usciremo, ma prima dobbiamo modulare le misure".

Il presidente Conte ha poi proseguito: "Oggi andiamo in Consiglio dei ministri con un decreto Ristori bis. Ci siamo resi conto che i contributi a fondo perduti erano modesti e li abbiamo moltiplicati. Chi aveva ricevuto un indennizzo nel primo lockdown ora potrà ricevere anche il 200%, lo vedrà raddoppiato. Serve liquidità, ce ne rendiamo conto". Per poi illustrare altre misure come la sospensione della seconda rata Imu o di altri contributi. "Dobbiamo essere flessibili rispetto alla curva epidemiologica. Stiamo adottando una serie di misure. Creeremo un fondo nel caso ci fossero variazioni tra le zone gialle e arancioni perché vogliamo disporre di stanziamenti immediati. Stiamo chiedendo nostro malgrado sacrifici economici, però dobbiamo disporre di indennizi e ristori e creare una cintura di protezione da parte dello Stato per stringere i denti in queste settimane. Capisco che questo non allevia le sofferenze e il disagio anche psicologico, ma dobbiamo guardarci negli occhi e chiederci: "Se il treno ci sta correndo addosso, noi possiamo tenere aperte le attività economiche? Soprattutto quelle che invitano alla socialità?"".

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