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Consiglio europeo, arriva il primo via libera per costruire muri anti-migranti con soldi dell’Ue

L’incontro di ieri del Consiglio europeo ha riguardato soprattutto la questione dell’immigrazione nell’Unione europea. La richiesta, fatta dall’Austria e da altri Paesi, di finanziare muri anti-migranti con fondi dell’Unione, è stata sostanzialmente accolta.
A cura di Luca Pons
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L'immigrazione è "una sfida europea che richiede una risposta europea". Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riassunto così le decisioni prese in tema di frontiere dall'incontro straordinario del Consiglio europeo che si è tenuto ieri, 9 febbraio, e che si è concluso questa notte. Il Consiglio – che raccoglie i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri Ue – ha invitato la Commissione a "finanziare misure da parte degli Stati membri che contribuiscano direttamente al controllo delle frontiere esterne dell'Ue" e a rafforzare il "controllo delle frontiere nei Paesi chiave sulle vie di transito verso l'Unione europea".

Per proteggere le frontiere arriveranno più fondi europei

Concretamente, significa che i leader europei hanno deciso che il controllo dei confini esterni dell'Unione europea non deve essere affidato solamente ai singoli Paesi, ma cheserve un intervento comunitario. Era ciò che chiedeva, tra gli altri, l'Austria che ieri ha portato avanti la proposta di finanziare dei muri anti-migranti con i fondi dell'Unione. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni si era detta favorevole a "tutto ciò che aiuti a controllare la migrazione illegale".

"Quello che abbiamo concordato", ha spiegato Von der Leyen, "è che per la protezione delle frontiere abbiamo bisogno di un pacchetto integrato con tre fonti di finanziamenti: i finanziamenti nazionali, i contributi bilaterali e poi i finanziamenti dell'Ue". Un'apertura, quindi, all'uso dei soldi dell'Unione per "due progetti pilota sui confini". Il primo prevede "un pacchetto integrato di infrastrutture mobili e fisse, dalle automobili alle telecamere, dalle torri di guardia alla sorveglianza elettronica", mentre il secondo riguarda le "procedure di frontiera, al fine di mostrare le migliori pratiche in termini di registrazione, procedure di asilo rapide ed eque, come affrontare il rimpatrio".

Migranti nel Mediterraneo e Ong, la questione è rimandata a marzo

Il Consiglio ha riconosciuto anche la "specificità delle frontiere marittime, inclusa la salvaguardia delle vite umane". Questa era la richiesta italiana, che apre alla possibilità di fare trattative specifiche per la gestione della migrazione del Mediterraneo. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha confermato che alla prossima riunione del Consiglio a fine marzo ci sarà spazio anche per "la questione delle entità private che fanno operazioni di soccorso", cioè per il discorso sul trattamento delle Ong che operano nel Mediterraneo. Giorgia Meloni si è detta "molto soddisfatta di questo Consiglio", anche se "ci sono temi che vanno approfonditi".

A marzo si dovrebbe parlare anche del regolamento di Dublino, cioè del meccanismo per cui una persona che arriva nell'Unione europea e vuole fare domanda di asilo deve farla necessariamente nel primo Paese in cui arriva. Von der Leyen ha sottolineato che si aspetta "l'adozione del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo", e che nel frattempo l'Unione deve "sostenere meglio gli Stati membri sotto pressione, quindi i meccanismi volontari di solidarietà devono portare un'effettiva solidarietà. Allo stesso tempo, è importante affrontare i movimenti secondari attraverso la corretta applicazione del meccanismo di Dublino".

Piano industriale green, la Commissione presenterà un progetto concreto

Il Consiglio europeo ha fatto un passo avanti anche in tema di Piano industriale green per l'Ue, dove il dibattito è tra chi vuole procedere solo con aiuti di Stato e chi chiede che nasca un apposito Fondo sovrano europeo.  "La Commissione europea presenterà proposte legislative concrete a metà marzo, in tempo per il prossimo vertice Ue di fine mese", ha detto ancora Von der Leyen.

"La nostra industria della tecnologia pulita è innovativa e competitiva. Ora si tratta di mantenere il nostro vantaggio". Al Consiglio "ho presentato il nostro piano industriale Green Deal che combina regole favorevoli, finanziamenti, competenze e una politica commerciale attiva. I leader hanno dato il via libera, quindi presenteremo proposte entro il Consiglio europeo di marzo".

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