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Covid 19

“Con riaperture precoci ad aprile rischiamo quarta ondata”: lo studio presentato al Cts e ignorato

Uno studio della Fondazione Bruno Kessler, presentato pochi giorni fa al Cts, indicava i rischi di una riapertura precoce delle attività: con un Rt a 1,1 l’epidemia “potrebbe non essere facilmente controllabile senza ulteriori restrizioni”. Se salisse a 1,25 rischiamo la “quarta ondata” che “richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi l'Italia riparte, con la road map delle aperture indicata dall'ultimo decreto Covid. Riaprono in zona gialla bar e ristoranti, a pranzo e a cena, anche se il disco verde c'è solo per i locali che hanno spazi all'aperto. Via libera anche a teatri, sale concerto, live club. Tornano in classe anche i ragazzi delle scuole superiori: in zona rossa la presenza è garantita dal 50% al 75%, mentre in zona gialla e arancione dal 70% al 100%. Gli spostamenti tra Regioni sono di nuovo consentiti, anche tra Regioni di diverso colore, purché si abbia un certificato che attesti l'avvenuta vaccinazione o guarigione, o un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

Il governo ha annunciato le riaperture assicurando che la valutazione che è stata fatta si basa un un "rischio ragionato". Il presidente del Consiglio Draghi lo ha detto molto chiaramente in conferenza stampa lo scorso 16 aprile: "Il Governo ha preso un rischio, un rischio ragionato, fondato sui dati, che sono in miglioramento. Questo rischio che abbiamo preso e che sicuramente incontra le aspettative dei cittadini però si fonda su una premessa, che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente". La direzione presa poggia anche su un altro elemento: "La campagna di vaccinazione continua ad andare bene, con tante sorprese negative ma anche positive", ha detto ancora Draghi.

Esiste però uno studio, di cui oggi dà conto "il Fatto Quotidiano", che avrebbe messo in guardia il governo, e che però è stato ignorato. Si tratta di un report presentato dall'epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler al Cts, proprio nelle stesse ore in cui il premier si apprestava ad annunciare le riaperture.

Secondo questo studio con l'aumento dell'indice di trasmissibilità Rt, parametro che misura la potenziale trasmissibilità dell'infezione, a 1,1, l'epidemia "potrebbe non essere facilmente controllabile senza ulteriori restrizioni, soprattutto in caso di riaperture precoci (entro aprile)": se salisse a 1,25 rischiamo la "quarta ondata" che "richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo".

Secondo Merler "riaperture precoci, entro aprile" anche se Rt resta pari a 1 (l'ultimo dato, diffuso venerdì ma risalente al 7 aprile, dice 0,81), possono portare a un "costante ma alto numero di morti giornaliere". Questo sarebbe invece "estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell'incidenza (es. riaperture graduali a partire da inizio-metà maggio, mantenendo Rt<1)".

Alla luce di queste considerazioni, quella del governo "è stata una decisione politica, certamente legittima, ma è un azzardo. Rischiamo di dover richiudere tra un mese" dicono, con diversi accenti, alcuni membri del Cts al quotidiano.

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