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Guerra in Ucraina

Come stanno i 326 italiani in Ucraina e quando potranno rientrare

Il ministero degli Esteri ha dato alcuni aggiornamenti sugli italiani ancora presenti in Ucraina: “Su circa 2.000 connazionali presenti in Ucraina dall’inizio della guerra, ad oggi ne sono rimasti 326”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo 22 giorni di guerra in Ucraina sono ancora presenti nella 326 nostri connazionali che si trovano in situazioni di estremo pericolo. Come ha spiegato ieri la viceministra agli Esteri Marina Sereni (Pd) a Fanpage.it molti di loro hanno famiglie e imprese in Ucraina, e vivono lì da tempo.

Tra gli italiani che si trovano ancora nel Paese invaso "33 sono minori con famiglie, alcuni sono casi delicati, perché vivono in zone occupate o bloccate dai russi, quindi non è facile la mobilità in queste condizioni, non è facile arrivare alle infrastrutture di trasporto – ha detto la viceministra dem a Fanpage.it – Tutti quelli che hanno chiesto esplicitamente di uscire sono dal Paese sono tutti in contatto con l'Unità di crisi della Farnesina, che sta monitorando la situazione e sta cercando di trovare una soluzione insieme all'agenzia delle Nazioni Unite, insieme al Comitato internazionale della Croce Rossa, che sono sul terreno e possono darci una mano per riuscire a spostare queste persone".

La maggior parte dei connazionali in Ucraina comunque sono persone che non hanno ancora chiesto aiuto: "Molti ritengono di trovarsi in condizioni difficili, ma pensano di voler rimanere lì, perché hanno costruito famiglie, sono sposati, hanno situazioni che non vogliono abbandonare", ha aggiunto Sereni.

Il ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato che nelle ultime ore il numero di italiani bloccati è sceso ancora: "Su circa 2.000 connazionali presenti in Ucraina dall'inizio della guerra, ad oggi ne sono rimasti 326. Nei prossimi giorni questo numero potrebbe scendere ancora".

"Sono tante le storie di minori, donne, intere famiglie italiane che adesso sono in salvo – ha scritto in un post su Facebook – Voglio ringraziare l’Unità di Crisi della Farnesina e tutti gli apparati dello Stato che stanno collaborando, per il loro lavoro sinergico e prezioso. Molti connazionali hanno scelto di rimanere in Ucraina, nonostante le raccomandazioni di lasciare il Paese fatte nelle scorse settimane. Con loro continuiamo a rimanere in contatto, così come stiamo aiutando chi vuole lasciare l’Ucraina. Le condizioni sul campo continuano a peggiorare a causa dei bombardamenti. Lo ripeto, in questa situazione è urgente una tregua. Un cessate il fuoco vero, che ci aiuti a salvare altri bambini, altre donne e altre famiglie che attorno a loro in questo momento hanno solo distruzione, dolore e morte. Come Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale siamo operativi h24 e continueremo a dare il massimo sia sul fronte umanitario che su quello diplomatico. Non c'è tempo da perdere".

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