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Come funzionano gli incentivi per assumere donne e giovani nel nuovo decreto lavoro

Tra le misure in arrivo nel Consiglio dei ministri di oggi, in vista del 1 maggio, ci sono maxi-sgravi del 120% per due anni a chi assume giovani, donne e alcune categorie di lavoratori svantaggiati.
A cura di Annalisa Cangemi
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Bonus da 100 euro da gennaio 2025 per lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico o per monogenitori con un unico figlio. E maxi-sgravi del 120% per due anni a chi assume giovani, donne e alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Sono queste le principali misure presentate ieri ai sindacati a Palazzo Chigi dalla premier Meloni, che dovrebbero arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi, alla vigilia del 1 maggio. Vediamo come funzionano gli incentivi per le assunzioni.

Il decreto ministeriale di Mef e ministero del Lavoro introdurrà una maxi-deduzione del 120% del costo del lavoro, in favore delle aziende che assumono. L'incentivo è previsto per tutte le imprese e per i lavoratori autonomi e sale al 130% per le assunzioni di giovani, donne ed ex percettori di Reddito di cittadinanza. Inoltre, nella bozza del decreto Coesione c'è un altro bonus, pari al 100% dei contributi previdenziali, dal 1 luglio 2024 al 31 dicembre 2025, per chi assume giovani under 35 e donne che risiedono nella Zes unica del Mezzogiorno, oppure personale di aziende in crisi.

Nello stesso provvedimento è contenuto anche l'esonero al 100% dei contributi previdenziali per i giovani imprenditori che assumono disoccupati e inattivi under 35, un modo per aumentare l'occupazione dei giovani in settori strategici.

Slitta il bonus tredicesima: 100 euro solo dal 2025

Doveva arrivare a dicembre di quest'anno, e invece il bonus tredicesima si trasforma in un bonus una tantum in busta paga, fruibile da gennaio 2025. Si tratta di un'indennità da 100 euro prevista per i lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non oltre i 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. La misura è slittata per un problema di coperture.

Nella bozza del decreto 1 maggio c'è anche un restyling dei premi di produttività a partire dal 2025: addio all'aliquota del 5% e torna quella del 10% fino a 3mila euro lordi, a partire dal 1 gennaio 2025. Un passo indietro, visto che negli ultimi due anni le tasse sui premi erano state abbassate al 5%.

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