Come è andato l’incontro tra Meloni e Zelensky sulla guerra in Ucraina

Il faccia a faccia tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è durato circa novanta minuti. In quell'ora e mezza, a Palazzo Chigi, i due leader si sono confrontati sulla situazione diplomatica complicatissima del conflitto, con gli Stati Uniti che portano avanti due trattative parallele e non nascondono il disprezzo per l'Europa e l'allineamento, in gran parte con le posizioni di Mosca.
I due si erano già sentiti telefonicamente pochi giorni fa, quando il presidente ucraino aveva annunciato la sua visita. Negli ultimi giorni Zelensky è stato anche a Parigi, Londra e Bruxelles, in un tour alla ricerca del sostegno europeo.
Dopo il vertice il leader ucraino ha commentato sui social: "Ho incontrato a Roma la presidente del Consiglio dei ministri italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo avuto una conversazione eccellente, molto significativa su tutti gli aspetti della situazione diplomatica".
In particolare, ha detto di apprezzare "il ruolo attivo dell'Italia nel processo di ricerca di idee pragmatiche, e nell'individuazione dei passi per avvicinare la pace". I due Paesi, ha aggiunto Zelensky, stanno "coordinando gli sforzi diplomatici. Contiamo molto sul sostegno italiano in futuro: è importante per l'Ucraina".
Nella delegazione ucraina c'era anche, tra gli altri, il ministro degli Esteri Andriy Sybiha. A sua volta Sybiha ha fatto sapere di aver avuto un confronto con il suo omologo Antonio Tajani: "Ho informato il mio collega degli sforzi di pace e della difficile situazione sul campo di battaglia e sul fronte energetico a seguito dell'intensificarsi degli attacchi russi. Abbiamo discusso dell'importante ruolo dell'Italia e di altri partner europei nel promuovere gli sforzi di pace e nel sostenere l'Ucraina su questo percorso. Abbiamo anche parlato di decisioni urgenti per rafforzare il nostro Paese e aumentare la pressione sull'aggressore".
Il ministro ha ringraziato "tutto il popolo italiano, per il loro forte sostegno, incluso l'ultimo pacchetto di assistenza militare". Anche lo stesso Zelensky ha detto di voler "ringraziare in particolare per il pacchetto di supporto energetico e per le attrezzature necessarie. È esattamente ciò che sosterrà le famiglie ucraine, il nostro popolo, i nostri bambini, la vita quotidiana nelle nostre città e comunità, sottoposte a continui attacchi russi".
In realtà, il sostegno all'Ucraina è diventato sempre più un tema scottante per la maggioranza di destra che sostiene il governo Meloni. Nelle scorse settimane il Copasir (il comitato parlamentare che si occupa della sicurezza) ha votato il nuovo pacchetto di aiuti per Kiev: è il dodicesimo dall'inizio del conflitto. Il suo contenuto, come sempre, è secretato. Questo perché, a inizio anno, il Parlamento ha approvato ancora una volta un decreto che permetteva all'esecutivo di procedere in segretezza – sempre passando dal Copasir – fino alla fine del 2025.
Ora che si avvicina il 2026, il governo deve decidere se varare un altro decreto, che permetta di fare la stessa cosa per tutto l'anno prossimo. Andrebbe approvato prima della fine dell'anno, per poi passarlo a Camera e Senato. Era in programma, informalmente, già per una riunione del Consiglio dei ministri della scorsa settimana, ma poi è stato rinviato. Finora è la Lega, come sempre, che si è opposta a parole. In passato, dopo le lamentele, il Carroccio si è sempre uniformato alla linea della maggioranza. La situazione, per il momento, resta sospesa.