23 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Come cambia lo smart working agevolato per dipendenti nel 2024, chi lo può chiedere e chi no

Il decreto Milleproroghe è stato approvato senza nessun prolungamento per lo smart working dei lavoratori del settore pubblico: l’agevolazione resterà in vigore solo per i dipendenti privati. Tuttavia, il ministero della Pa ha diffuso una direttiva per tutelare i lavoratori del settore pubblico.
A cura di Luca Pons
23 CONDIVISIONI
Immagine

Nel 2024 finirà la possibilità di richiedere lo smart working agevolato da parte dei dipendenti pubblici. Questo è quanto previsto dalla legge dopo che il decreto Milleproroghe approvato dal governo Meloni non ha portato nessun prolungamento delle regole attuali. Così, i genitori di figli under 14 e i lavoratori fragili che sono impiegati nel settore pubblico avranno diritto a chiedere lo smart working agevolato solo fino al 31 dicembre 2023.

A partire dall'anno prossimo, invece, le loro richieste dovranno ricadere all'interno dei piani di organizzazione previsti dalle singole amministrazioni pubbliche. Anche se una direttiva ad hoc del ministero della Pubblica amministrazione, pubblicata ieri, potrebbe tutelare i dipendenti.

Chi ha ancora diritto allo smart working agevolato nel 2024: le nuove regole

Per quanto riguarda i lavoratori del privato, è già stata approvata da tempo una proroga fino al 31 marzo 2024. Questo significa che chi rientra nella categoria dei lavoratori fragili, oppure ha dei figli fino a 14 anni di età, potrà chiedere di lavorare da casa e il datore di lavoro sarà tenuto a soddisfare questa richiesta.

I lavoratori fragili sono definiti da un apposito decreto come quelli che hanno una "marcata compromissione della risposta immunitaria" o altre condizioni particolari di salute (come la cardiopatia, ad esempio). L'unico altro requisito per lo smart working agevolato nel settore privato è che l'altro genitore, se fa parte del nucleo familiare, non sia disoccupato e non riceva forme di sostegno al reddito.

Va ricordato che tutti i lavoratori potranno comunque fare richiesta per lavorare in smart working, compatibilmente con le esigenze della loro azienda. La differenza è che finora lo smart working agevolato ha fatto sì che queste due categorie avessero un vero e proprio diritto di lavorare da remoto, per tutelare la propria salute (la misura è nata con l'arrivo del Covid-19) o per aiutare a conciliare i tempi della vita privata con quelli della vita lavorativa.

La direttiva del ministero per i dipendenti della Pubblica amministrazione

Dunque per i lavoratori del settore pubblico l'agevolazione finirà all'inizio del 2024. Tuttavia, il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ieri ha firmato una direttiva che potrebbe cambiare la situazione almeno in parte. Infatti, il testo della direttiva ricorda che il lavoro agile agevolato è stato uno "strumento emergenziale" legato alla pandemia. Ora invece dovrebbe essere regolato non per legge, ma tramite i contratti collettivi dei lavoratori e tramite "accordi individuali sottoscritto con il dirigente/capo struttura", come era stato in precedenza.

Tuttavia, e questo è il punto più importante, nella direttiva il ministro Zangrillo spinge i dirigenti della Pa a "garantire, ai lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza". Per ciascuna amministrazione, quindi, si invita a creare "tempestivamente" regole interne ad hoc che lo permettano.

Insomma, nessun obbligo di legge ma una linea chiara per tutte le amministrazioni pubbliche: anche se non c'è più lo smart working agevolato, bisogna dare la priorità a chi ha gravi situazioni familiari, personali o di salute che richiedano di lavorare da remoto. Resta da vedere come questa direttiva verrà messa in pratica, e con quali tempistiche.

L'iniziativa del ministro è stata criticata dai parlamentari del Movimento 5 stelle delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, che l'hanno definita "indecente". Hanno dichiarato: "Invece di lottare in Cdm per il prolungamento di tale misura, ora Zangrillo decide di scaricare la responsabilità sui singoli dirigenti della Pa, spianando la strada ad un enorme caos. Invitiamo il ministro Zangrillo a tornare subito sui suoi passi, iniziando a reperire le risorse che servono a prorogare tale misura nel primo provvedimento utile".

23 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views