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Clima, Fratelli d’Italia vuole fino a tre anni di carcere per gli ecoattivisti che imbrattano edifici

La proposta di legge, ancora in bozza, è firmata dal senatore di FdI Marco Lisei: reclusione da sei mesi a tre anni per chi imbratta un edificio anche con danni non permanenti, e un ‘Daspo’ per gli edifici storici. La risposta di Ultima generazione: “Invece di occuparsi di crisi climatica puniscono noi”.
A cura di Luca Pons
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Fino a tre anni di carcere per chi "deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali". Anche se si tratta di proteste svolte con vernici lavabili, e anche se chi imbratta lo fa per protestare contro la crisi climatica. È la proposta di legge di Fratelli d'Italia, che porta la firma del senatore Marco Lisei.

L'obiettivo, quasi esplicito, è punire severamente gli attivisti di Ultima generazione e le altre organizzazioni che si impegnano a sollevare il tema del surriscaldamento globale con azioni dimostrative. Come a Palazzo Vecchio a Firenze o, nel caso più recente, alla Barcaccia di Roma, dove l'acqua è stata riempita di un liquido nero. Un evento che ha scatenato le critiche di diversi esponenti del governo, tra cui il critico d'arte e sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e anche lo stesso ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Fino a tre anni in carcere e divieto di avvicinarsi agli edifici storici

Il senatore Lisei ha spiegato che la proposta è "ancora in bozza", ma dovrebbe muoversi "in due direzioni": da una parte la reclusione in carcere, dall'altra una sorta di "Daspo urbano". Infatti, in primo luogo si vorrebbe "estendere il reato previsto dall'articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, che ora è difficilmente applicabile a chi deturpa o imbratta un bene nel caso in cui il danno non sia in linea teorica permanente". Questo significherebbe punire con il carcere da sei mesi a tre anni chi sporca la facciata di un edificio storico, ad esempio, anche se il danno non è permanente.

Per quanto riguarda il Daspo urbano, invece, si tratterebbe del divieto per un certo periodo di tempo – da sei mesi a un anno – di avvicinarsi agli edifici tutelati ad una distanza di meno di dieci metri. Non è ancora certo se questo si applicherebbe a chi viene condannato, o anche a chi viene solamente denunciato. Chi non rispetta l'obbligo di stare ad almeno dieci metri da edifici sottoposti a tutela come beni culturali, per punizione avrebbe una multa da 500 a 1.000 euro.

Lisei ha spiegato che "il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile" non va "assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza". Insomma, la disobbedienza civile va bene ma solo in determinate situazioni, mentre quello di sporcare edifici per protesta è "un non-principio che non può essere in alcun modo legittimato".

La risposta di Ultima generazione: "Siamo pronti ad andare in carcere"

La doppia punizione, reclusione in carcere e Daspo, punta ad avere "un effetto deterrente", per il senatore Lisei. Simone Ficicchia, portavoce di Ultima generazione per il quale la procura di Pavia ha richiesto la sorveglianza speciale – una misura contenuta nel Codice antimafia – ha risposto: "Siamo molto sorpresi nel vedere una maggioranza che invece di occuparsi della crisi climatica è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti".

"Esiste già il reato di danneggiamento, che ci è stato anche contestato come ipotesi di reato per le nostre azioni: ma probabilmente questo reato non può essere perseguito in tribunale proprio perché il danneggiamento non c’è mai stato", ha ribadito Ficicchia. "Per questo si punta a punire l’imbrattamento, ma questo rischia di portare a una interpretazione arbitraria della legge. È una cosa molto pericolosa". In ogni caso "il disegno di legge non ci ferma e non ci spaventa. Siamo pronti a qualsiasi rischio legale e anche ad andare in carcere".

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