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Elezioni politiche 2022

Civati a Fanpage.it: “Mi candido se la sinistra smette di discutere di cose che non esistono”

Il fondatore di Possibile Pippo Civati annuncia di volersi candidare per le elezioni politiche, a patto che ci siano alcune condizioni: “Deve essere un’alleanza di tipo tecnico-elettorale, tra persone civili e responsabili, che ancora non vediamo. Poi ogni parte della coalizione deve potersi esprimere. A quel punto Possibile sarebbe interessato a partecipare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alle elezioni politiche del 25 settembre potrebbe correre anche Pippo Civati, fondatore di Possibile, di cui è stato anche il primo segretario, prima di passare il testimone a Beatrice Brignone. In Parlamento Civati c'è già stato, deputato dal 2013 al 2018. Ora la sua creatura, Possibile, è nel mezzo di interlocuzioni con tutte le forze di centrosinistra, compreso il Partito Democratico, lo stesso partito che Civati ha lasciato nel 2015, in aperto dissenso con Matteo Renzi, che in quel momento era segretario dei dem e presidente del Consiglio. "Non ho più fiducia, non sosterrò il governo e per questo lascio il gruppo del PD", disse allora. Nel frattempo l'ex deputato si è dedicato ad altro, ai libri soprattutto: ha fondato una casa editrice, People, nata nel novembre 2018. Ma la passione per la politica non l'ha mai messa da parte, e questa volta non esclude una sua candidatura. Civati è disposto a tornare, a patto però che la sinistra smetta di litigare, come ha sottolineato oggi la segretaria Brignone: "Appello ai ‘#tuttimaschi' del centro e della sinistra. È in gioco il futuro del paese, delle nostre comunità, dei nostri figli. La piantate con la gara al testosterone di chi è più spaccone?".

Voi siete stati tra i primi ad accogliere la battaglia di Marco Cappato, che ha chiesto al governo di consentire, a chi non ha già una forza rappresentata in Parlamento, la raccolta delle firme necessarie a presentare una lista con lo SPID.

Sono i soliti problemi democratici che si presentano a ogni elezione. In primo luogo c'è la questione dei fuorisede, che anche questa volta non potranno votare. Tutte le volte la legislatura finisce proprio nel momento in cui stavano per trovare la soluzione…Non mi sembra impossibile trovarla nel 2022. Ci sono quasi 5 milioni di persone, tra lavoratori e studenti fuorisede, di ogni età, che non potranno votare il 25 settembre o faranno molta fatica. Il secondo problema democratico, che riguarda l'aspetto della presentazione delle liste, è che pur avendo introdotto lo SPID per la campagna referendaria dello scorso anno, poi finita male, questa possibilità di raccogliere le firme con un metodo digitale è ancora negata. Quindi si deve ancora tornare alla modalità che prevede notaio, avvocato, certificazioni e moduli, per di più tutto ad agosto. Questo significa che per molti è impossibile anche solo immaginare una campagna di raccolta delle firme. Questo è gravissimo e mi pare che il governo non voglia occuparsene, anche se sarebbe suo dovere farlo.

Come valuta quello che sta succedendo nel centrosinistra in questa campagna elettorale? Riusciranno a trovare un accordo?

Devono smetterla di discutere di cose che non esistono. Come ha detto oggi la segretaria Brignone, devono piantarla con questa "gara al testosterone", per decidere chi è più spaccone. Se avessero voluto costruire una coalizione programmatica come era stato l'Ulivo e come sarebbe stato giusto fare, ci dovevano pensare molto prima. Con la crisi di governo e il precipitare degli eventi tutto questo è impossibile. Il Rosatellum è un sistema elettorale che non amo e per cui ho votato contro, ma che sono costretto ad accettare. Questo sistema prevede un meccanismo per il quale delle forze politiche che vincono ai collegi uninominali hanno un grande vantaggio rispetto al governo del Paese. In questo caso il vantaggio molto grande ce l'ha l'estrema destra. A questo punto nessuna forza democratica può ritenersi fuori da questo richiamo.

Un richiamo all'unità?

Non tanto a un'unità generica, ma ci vorrebbe un'alleanza elettorale che consenta di ridurre quello svantaggio e quella differenza, che adesso ammonta a quasi tutti gli uninominali, che sono un terzo dei seggi, 200 su 600.

Pensa a un'alleanza tecnica con tutti dentro? 

Ovviamente il pluralismo deve essere garantito in quell'alleanza. Gli accordi bilaterali vanno benissimo, ma non possono impedire ad altri soggetti di avere altre opinioni. E naturalmente sarebbe ridicolo che uno cambiasse idea ad agosto, dopo aver sostenuto delle posizioni per anni, non convincerebbe nessuno. Se l'alleanza è quella di un campo che va dal centro alla sinistra tutti i soggetti devono essere messi nelle condizioni di sostenere le cose in cui credono. Altrimenti quell'alleanza non si riesce proprio a fare.

Vi sentiti esclusi dal patto Pd-Azione?

È un patto che include loro due. Ma io non cambio idea perché me lo dice Calenda, con tutto il rispetto per le idee di Calenda, che in molti casi non sono le mie, per esempio sul nucleare. Altrimenti sarebbe una lista unica, con Calenda premier.

Possibile potrebbe rientrare in un'alleanza di questo tipo, con la sua lista?

Sì, con alcune condizioni. Prima di tutto deve essere un'alleanza di tipo tecnico-elettorale, tra persone civili e responsabili, che ancora non vediamo. Poi ogni parte della coalizione di questo gruppo di liste deve potersi esprimere. A quel punto Possibile sarebbe interessato a partecipare. Vediamo con quali modalità, con quali candidature, se con una lista o con una partecipazione a una delle liste. Stiamo ragionando su questo, parlando con tutti i soggetti, dal Pd a Sinistra Italiana e Verdi.

Anche con i Cinque Stelle?

Non credo agli alieni. Se fai cadere un governo, anche se dici che non volevi, ma comunque crei le condizioni affinché quel governo cada, sai anche che la conseguenza politica è che fai cadere quell'alleanza tra Conte e Letta, che si sarebbe dovuta concretizzare in questa campagna elettorale. A me tutta la tesi vittimistica dei Cinque Stelle non convince per nulla, mi sembra sia una precisa decisione loro, di fare un percorso diverso.

E ci sarà anche lei nella partita?

Sì, io non ho mai negato di poterlo fare, non faccio il prezioso. Mi sono dedicato ad altro, ho la serenità d'animo di chi ha da fare anche al di fuori dal Parlamento. Dopodiché se tutte le condizioni che ho detto prima si verificassero, e si desse a Possibile un ruolo riconoscibile, dignitoso e rappresentativo, certo mi farebbe piacere farne parte.

Quindi si candida?

Sempre che Calenda non ce l'abbia con me…Carlo, si scherza, è una battuta.

Il diritto di tribuna offerto dal Pd ai leader dei partiti dell'alleanza? È una proposta che avete vagliato?

Questo mi pare l'ultimo argomento, non è calciomercato, anche se il linguaggio tende a confondersi. Noi secondo me facciamo una cosa un po' più seria. L'offerta di un posto sicuro in Parlamento a Beatrice Brignone farebbe certamente piacere, ma non è quello il punto.

Matteo Renzi ha detto che Meloni non è fascista, e che la demonizzano come fece la sinistra con Berlusconi. Che ne pensa?

Ma se Giorgia Meloni è la prima a chiedere ai suoi di stare attenti e non fare i nostalgici. Excusatio non petita, accusatio manifesta, si dice. Se deve fare questo avviso vuol dire che tra i suoi qualcuno è tentato. Ho anche scritto un libro su questo, continuano tutti i giorni a ricordarci i loro valori, da nostalgie di carattere culturale a richiami politici e simpatie per l'estrema destra in giro per l'Europa. Lo ha dimostrato Meloni in Spagna al comizio del partito Vox, con questa specie di internazionale dell'estrema destra, dove ha detto cose molto pesanti, che se non sono fasciste ci assomigliano tanto.

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