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Opinioni

Chi giudica Vendola ha davvero le idee chiare su cosa significhi “utero in affitto”?

La Gestazione per Altri, conosciuta volgarmente come “utero in affitto” riguarda donne “portatrici”. L’America è il paese in cui le donne sono più tutelate. In India si parla di sfruttamento. Ma cosa c’entra il piccolo Tobia, figlio di Vendola e del compagno ? Non sarebbe più sensato prendere atto di ciò che accade e darci delle regole?
A cura di Sabina Ambrogi
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E' nato da poco Tobia, figlio di Nichi Vendola e del suo compagno Eddy Testa…E' nato in America, da una donna indonesiana che ha portato avanti la gestazione, dall'ovocita di una donna californiana e dallo sperma di Eddy.Critiche, editoriali e i post più infimi, non sono tardati. E da sinistra anche.Prima però di abbandonarci a giudizi che è difficilissimo formulare giacché riguardano scelte private di altri, vanno solo osservati alcuni fatti.

Primo: la Gpa o gestazione per altri, o “utero in affitto” ovvero la gravidanza portata avanti da una donna che poi non sarà la madre che crescerà il bambino, non riguarda solo le coppie gay ma anche e soprattutto (come dicono le statistiche) coppie etero con problemi di fertilità. “Perché non adottano un bambino in difficoltà?” è la domanda più diffusa. La questione delle adozioni è un capitolo ampio e penosissimo. Non è affatto così facile adottare, in Italia. E' legato alla sicurezza del lavoro e l'età dei genitori determina l'età del figlio che spessissimo proviene da situazioni complesse: ha vissuto abbandoni, guerre, traumi. E' cresciuto in contesti degradati. Le condizioni ottimali  per adottare un bambino (appena nato) sono quelle di una coppia giovane, benestante, con un lavoro sicuro. Il che sembra piuttosto un ossimoro. Vanno poi superati una serie di “esami” da parte di strutture che verificano le capacità di poter essere genitori. Dopo di che, anche a questo bambino, esattamente come per un bambino nato da un “utero in affitto” verrà o meno detto che la madre biologica non corrisponde a colei che lo cresce. Giusto per sottolineare quanto possono essere insensati i commenti sul futuro del bambino che “non saprà di chi è figlio”  e l'ossessione del " di chi è il semino" sollevata da Alessandra Mussolini.  Perciò le donne (con malattie o malformazioni) che vorrebbero ricorrere alla Gpa – vietata e contrastata in Italia- e le coppie sterili in genere, sono oggi discriminate esattamente quanto le coppie di uomini gay, giacché le lesbiche vi ricorrono solo di rado, preferendo di gran lunga l'eterologa. O ancora di più  ricorrono allo sperma inviato per posta da "donatori". Un metodo in cui l'eugenetica si pratica da tempo (Un uomo californiano; Joe Donor,  è padre di centinaia di bambini “ con gli occhi azzurri” come  pubblicizza lui  stesso on line).

Secondo. L' “utero in affitto” riguarda anche la coppie gay. Ma in seconda battuta. Nella valanga di oscenità che si sono riversate sul web per commentare la nascita di Tobia Antonio e i genitori non è mancato anche qui il più stupido dei commenti: “perché non ‘hanno adottato? ”. Va ricordato che a nessuna coppia gay è consentito adottare bambini. E non è consentita neanche l'adozione del figlio del partner con il quale si convive (stepchild adoption, appunto ostacolata per paura di dare garanzie a dei figli di gay, incoraggiandoli a ricorrere all'utero in affitto).

Terzo punto e cuore della vicenda. Veniamo alle donne e allo sfruttamento, che ha sollevato reazioni anche a sinistra. Questo tipo di maternità coinvolge una donna, estranea alla coppia, nel cui utero è impiantato un embrione fecondato in vitro. Quanto reale è il consenso della donna “portatrice” e il rischio di sfruttamento di giovani donne, soprattutto delle classi più povere, soprattutto in paesi con minori tutele, come l'India? Ecco il vero problema. Ma allora la domanda da fare anziché far rimbalzare i post di politici ormai farneticanti, è davvero un'altra.

E' più giusto vietare drasticamente – solo per paura che i gay adottino figli (la paura è solo questa: è un po' sospetto l'improvviso interesse per le donne del Terzo del Mondo), aprendo strade a un mercato sotterraneo, meno sicuro e fuori controllo, o vale la pena semplicemente prendere atto di una realtà esistente da tempo, e cercare di porre dei paletti etici, civili e morali che tutelino sia la donna che la futura libertà del nascituro di conoscere la propria madre biologica e di vivere sul territorio italiano godendo di tutti i diritti esattamente come gli altri? Perché solo così si tutela il nascituro, il nato, e l'adulto di domani.

Per ultimo. Che strana e ipocrita polemica quella per “ la difesa del bambino” e delle donne sfruttate, proprio in Italia. Chi si dedica con miglior cura a insultare Vendola in genere insulta le politiche migratorie, inneggia respingimenti, inventa terrorismi imminenti, malattie e epidemie. Cioè auspica e caldeggia, fregandosene, tutte quelle situazioni in cui bambini già nati muoiono annegati in mare. Non solo. Alcune settimane fa il settimanale “L'Espresso” ha pubblicato un terrificante reportage su adolescenti, minori, immigrati senza genitori che si prostituiscono a Roma, alla stazione Termini. Sono ragazzi che vivono nei… tombini della stazione. Leggere bene: nei tombini. Nessuno ha sollevato un sopracciglio, ha commentato in parlamento. Nessun tweet di un politico si è distinto. La Zanzara, Daniela Santanché, Gasaparri così loquace sul dirtto del bambino, si è chiesto come sia possibile questo, nel 2016, anno del Giubileo della Misercordia. Nessuno si è chiesto che siano proprio dei preti, cattolici, i primi sfruttatori e compratori della disgrazia di ragazzi già nati.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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