Chi altro c’è nella lista nera pubblicata dal ministero degli Esteri russo oltre a Mattarella

È datata 24 luglio l’ultima versione della lista nera pubblicata dal ministero degli Esteri russo: un elenco dettagliato di nomi e dichiarazioni che, secondo Mosca, rientrano in una campagna sistematica di odio verso la Federazione Russa. La lista compare sul sito ufficiale del ministero guidato da Sergei Lavrov e si apre con una lunga premessa: l’accusa rivolta all’Occidente è di violare lo spirito delle Nazioni Unite alimentando deliberatamente sentimenti antirussi. Il documento menziona “funzionari e rappresentanti delle élite occidentali” che, nei discorsi pubblici, “gareggiano in fervore russofobo”. Tra i nomi più noti, figura anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: a Mosca, infatti, non sarebbero piaciute le parole pronunciate dal Presidente lo scorso febbraio a Marsiglia, quando paragonò l’invasione dell’Ucraina alle guerre di conquista del Terzo Reich. Un’accusa pesante, secondo il Cremlino, che basta per farlo rientrare tra gli “esempi evidenti” di incitamento all’odio. Nella precedente versione della lista, risalente al 2024, erano presenti anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto.
Quali sono i nomi dei colpevoli nella lista nera
La lista si estende però anche a numerosi leader internazionali. C’è infatti anche Emmanuel Macron, colpevole secondo Mosca di aver più volte equiparato la strategia militare russa a un’aggressione coloniale. C’è poi il presidente polacco Andrzej Duda, figura costante nelle retoriche anti-Cremlino. Non mancano poi esponenti dell’Unione Europea: in particolare l’Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas, accusata ben sette volte di aver rilasciato dichiarazioni ostili, e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Sul fronte americano, invece, l’unico nome rimasto nell’edizione 2025 è quello del senatore Lindsey Graham, noto per le sue posizioni interventiste: Graham ha recentemente evocato la possibilità di attacchi americani contro Mosca se non dovessero essere rispettati i termini di un ultimatum lanciato da Trump per un accordo di pace. Il senatore, in un post, ha scritto: "Se Putin e gli altri vogliono sapere cosa accadrà al giorno 51, consiglio loro di chiamare l’Ayatollah".
Come è divisa la lista nera: le quattro sezioni
Il documento non sarebbe una semplice lista di nomi: è suddiviso in quattro parti, ciascuna dedicata a un segmento specifico. Le prime due riguardano i rappresentanti del governo ucraino, suddivisi per periodo: 2014–2023 e 2024–luglio 2025. Le altre due sezioni invece elencano funzionari e figure pubbliche dei Paesi occidentali, anch’esse distinte tra il 2024 e il 2025. Per ogni persona elencata, il sito riporta una o più dichiarazioni considerate “russofobe”.
L'ultima mossa: una giornata contro la russofobia
A chiudere il quadro, pochi giorni dopo la pubblicazione della lista, è arrivata una proposta dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: istituire una giornata internazionale contro la russofobia. Secondo Zakharova, infatti, milioni di persone nel mondo sarebbero vittime di discriminazione per il solo fatto di essere russe o di parlare la lingua russa. L’iniziativa, per ora solo suggerita, punterebbe a legittimare sul piano simbolico e diplomatico la posizione di Mosca come vittima di un pregiudizio internazionale sistemico.