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Che cosa c’è nel decreto scuola del governo Conte

Il decreto scuola è stato approvato ieri sera in Consiglio dei ministri e punta sulla stabilizzazione dei supplenti e sull’assunzione di nuovi insegnanti. “Puntiamo a combattere il precariato nella scuola garantendo il più alto numero di cattedre” ha detto il ministro dell’Istruzione Fioramonti, ma in cosa consiste esattamente la misura?
A cura di Francesco Di Blasi
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Il decreto scuola è stato approvato ieri sera in Consiglio dei ministri e punta sulla stabilizzazione dei supplenti e sull'assunzione di nuovi insegnanti. Le misure approvate in materia di reclutamento del nuovo personale scolastico sono state considerate di straordinaria necessità e urgenza: "Puntiamo a combattere il precariato nella scuola garantendo il più alto numero di cattedre" ha detto il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, che ha sottolineato: "C'è l'impegno di mettere la scuola davvero al centro del paese". Ma cosa prevede nel dettaglio il decreto-legge appena approvato?

Un concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Si tratta di un concorso che sarà attivo dal prossimo anno e che verrà bandito contestualmente a quello ordinario. Riguarderà i docenti della scuola secondaria di I e II grado, ma ci sono dei requisiti per accedervi. Gli insegnanti dovranno aver prestato servizio nella scuola per almeno tre anni e per ricevere l'idoneità dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta "computer-based" che verificherà le loro capacità di insegnamento attraverso l'uso di software didattici per computer. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova nella scuola pubblica, ma durante questo periodo dovranno "rinforzare" le loro competenze ottenendo 24 cfu universitari in ambito psico-pedagogico. Alla fine dell'anno si parteciperà ad un colloquio dove bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. Ai vincitori, infine, verrà richiesto di rimanere almeno cinque anni nella sede assegnata per assicurare la continuità didattica degli studenti. Il decreto annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018 che potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Concorsi per i nuovi dirigenti scolastici

Il decreto prevede nuove assunzioni anche tra i dirigenti scolastici per porre rimedio alla carenza di questi ultimi anni, ma soprattuto un concorso selettivo più "snello" e semplificato, organizzato su base regionale, che si baserà solo per titoli e ed esami. Ci saranno prove scritte e orali che saranno superate realizzando un punteggio minimo di 7/10. Si abbandonerà quindi il corso-concorso previsto dall'attuale normativa e questo dovrebbe velocizzare le procedure di selezione dei futuri capi di istituto.

Eliminate le rilevazioni biometriche e più fondi per il trasporto scolastico

Nel decreto vengono abrogate le disposizioni per la rilevazione biometrica del personale che erano state inserite dal precedente governo dal ministro Bongiorno per contrastare l'assenteismo negli uffici pubblici. La precedente legge (56/2019) prevedeva l'introduzione di tecnologie per le verifiche biometriche dell'identità oltre che ad una maggiore videosorveglianza. Una prova di fiducia del nuovo Governo quindi, in contrasto con la linea dura contro i "furbetti del cartellino" inaugurata dalla ministra della Pubblica amministrazione.

Il provvedimento inoltre interviene per garantire agevolazioni per gli scuolabus per le famiglie meno abbienti. Sarà consentito ai Comuni di erogare gratuitamente il servizio di trasporto scolastico, perché venga rispettato l'equilibrio di bilancio complessivo.

Estensione del bonus merito anche ai docenti precari

Il bonus merito, introdotto nella cosiddetta Buona Scuola del Governo Renzi verrà esteso in maniera strutturale anche ai docenti precari. Si tratta di un contributo economico "extra" che mira a valorizzare il merito degli insegnanti. Viene assegnato ogni anno e da ogni scuola al "docente più meritevole", ma era rivolto esclusivamente agli insegnanti di ruolo. La misura quindi mira ad estendere il "bonus" anche agli insegnanti precari, che nel nostro sistema scolastico possono vedere invariata la loro posizione anche dopo diversi anni.

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