Caso Le Iene – lavoro nero, le 5 domande del PD: “Luigi Di Maio era regolarmente assunto?”

Non accenna a posarsi il polverone sollevato dall’inchiesta della trasmissione di Italia Uno Le Iene sulla possibilità che almeno 3 operai della ditta di proprietà della famiglia Di Maio abbiano lavorato in nero per un determinato periodo di tempo. Oggi è emerso un altro particolare, relativamente al ruolo che il ministro del Lavoro Luigi Di Maio avrebbe occupato all’interno della società di famiglia (di cui ora è socio al 50%) al momento della contestazione su ore lavorate in nero operata da un altro operaio. Come vi abbiamo raccontato, la vicenda è quella di Domenico Sposito, che sostiene di aver lavorato quotidianamente quattro ore con contratto regolare e quattro ore in nero, sempre in un periodo in cui Luigi Di Maio non era socio dell’Ardima srl. La causa intentata dall’uomo, però, è partita nel 2013 e il giudizio di primo grado (favorevole alla famiglia Di Maio) è arrivato nel 2016: anno nel quale Di Maio era parlamentare e socio dell’azienda di famiglia.
Sul complesso delle questioni sollevate da Le Iene, ma anche su questioni come il condono edilizio di cui avrebbe beneficiato la famiglia Di Maio e su eventuali omissioni nel curriculum dell'attuale ministro del Lavoro, il Partito Democratico ha scelto di lanciare pubblicamente “Cinque domande a Luigi Di Maio”. Nel dettaglio il PD chiede:
- Come fa a sostenere di non essere a conoscenza della causa di lavoro pendente ancora nel 2014, quando lui diventò socio dell’azienda di famiglia?
- Nel periodo in cui lavorò nell’azienda di famiglia, era stato assunto regolarmente?
- Non ha mai parlato del condono della casa di famiglia in cui abitava con suo padre?
- È a conoscenza della irregolarità edilizia del capannone a Mariglianella, patrimonio dell’azienda di cui è socio?
- Perché non ha mai inserito le quote dell’Ardima nei curricula presentati quando si candidava?