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Caso Durigon, Maria Falcone: “Salvini dica se la lotta alla mafia è una priorità, Draghi intervenga”

La sorella di Giovanni Falcone, Maria, torna sul caso Durigon. Non chiede le dimissioni del sottosegretario all’Economia, ma invita Salvini a prendere una posizione chiara contro la mafia: “Un tema come quello della lotta alla mafia che dovrebbe essere prioritario nel programma di chi si candida a governare il Paese”. La professoressa chiede anche un intervento deciso da parte del presidente del Consiglio Draghi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il caso del sottosegretario Durigon continua a impensierire il presidente del Consiglio Mario Draghi. Adesso oltre ai due ministri, Patuanelli e Di Maio, che ne chiedono le dimissioni ritenendo inaccettabile la sua presenza nel governo, anche il Pd ha annunciato una nuova mozione di sfiducia al sottosegretario leghista al Mef. Pd, M5s, e Leu sono compatti nel chiedere un suo passo indietro, lo hanno detto esplicitamente anche i due leader, Giuseppe Conte e Enrico Letta, dopo l'inchiesta di Fanpage.it ‘Follow the money", che racconta dei rapporti di Durigon con la malavita di Latina, e dopo l'ultimo scivolone: il braccio destro di Salvini ha infatti proposto di intitolare il parco di Latina, già dedicato ai giudici antimafia Falcone e Borsellino, al fratello di Benito Mussolini.

La sorella di Giovanni Falcone, Maria, si è detta "preoccupata" dalla proposta. In un'intervista a ‘la Repubblica' ha detto: "Per quanto ferita da una dichiarazione come quella del sottosegretario Durigon, so bene quanto la memoria di mio fratello Giovanni e di Paolo Borsellino sia radicata nel cuore degli italiani. Dunque non sono mossa da sentimenti di rivalsa o di vendetta. Non mi appartengono, non appartengono alla storia della mia famiglia. Ma sono preoccupata, questo sì". La sorella del magistrato ucciso da Cosa Nostra non chiede le dimissioni del sottosegretario vicinissimo a Salvini: "Non sta a me esprimermi". Ma "serve" una parola chiara, dice, dal leader leghista e dal suo partito. "Magari è un'occasione anche per il governo per esprimere un'opinione sul tema della lotta alla mafia". 

"La sortita mi avrebbe dovuto lasciare indifferente. Ma non è così. Mi preoccupa il fatto che si possano fare simili considerazioni in rotta con la nostra Costituzione", sottolineae. "E poi sembra assurdo che il partito al quale appartiene questo signore non abbia preso una posizione su un tema come quello della lotta alla mafia che dovrebbe essere prioritario nel programma di chi si candida a governare il Paese".

Gli episodi dell’inchiesta

La professoressa aggiunge che "non si può dichiarare: siamo contro la mafia e poi pensare che in realtà Cosa nostra non sia più un problema attuale, che sia stata sconfitta. Perché se non spara più, non più come prima quanto meno, è perché ai boss risulta molto più conveniente restare sottotraccia e fare affari".

Maria Falcone però si attende ora un intervento deciso di Draghi: "Mi rendo conto che il momento è particolarmente problematico. Ma forse l'incidente diventa un momento propizio per pronunciare parole ferme, inequivocabili. Nessuno mette in dubbio la trasparenza e lo straordinario lavoro che sta compiendo il premier. Sul contrasto alla criminalità però attendiamo parole nette. E soprattutto fatti".

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