“Case prima agli italiani, gli stranieri vengono dopo”: la legge potrebbe essere incostituzionale

Bocciata la legge Toti sulle case popolari: la normativa per regolare l'attribuzione degli alloggi popolari in Liguria passerà alla Consulta, perché rischia di essere incostituzionale. La legge voluta dal centrodestra è stata impugnata dal consiglio dei Ministri, dopo essere stata approvata lo scorso 6 giugno. Troppo restrittivi i criteri per assegnare le case agli stranieri: ci vogliono 10 anni di permanenza sul territorio italiano, come indicato nell'articolo 5 al comma 1. Ma per direttiva europea dal 2003 lo status di "soggiornante di lungo periodo" è attribuibile dopo 5 anni di residenza ed equipara gli stranieri ai cittadini italiani. "Il Governo spende oltre 4 ,miliardi per l'accoglienza degli immigrati, ma non vuole le case per liguri e italiani" è l'accusa il il presidente della Regione Giovanni Toti.
Per il centrodestra ligure non ci sarebbe alcuna forma di discriminazione: "Non è una legge contro qualcuno" ha commentato l'assessore all'Edilizia Marco Scajola. "È legittimo premiare quelle persone che da almeno dieci anni sono residenti sul territorio italiano. Siamo ancora in attesa di conoscere le motivazioni complete, ma non faremo nessun passo indietro e siamo pronti a presentare ricorso alla Corte Costituzionale”. La precedenza dovrebbe andare insomma a chi risiede sul territorio da più tempo come i nuclei familiari di italiani che risiedono stabilmente in Liguria da 5 anni.
Come ha spiegato Scajola restano in piedi gli altri principi della legge già approvata: il 50% delle quote abitative dovrà essere destinato alle donne sole, agli ultra 65enni, ai genitori separati, alle forze dell’ordine, alle famiglie con portatori di handicap, alle persone sole con minori, ai nuclei familiari con malati terminali, alle giovani coppie con età non superiore ai 35 anni con figli. Un altro dei criteri inseriti nella legge è quello della temporaneità: le case popolari non verranno assegnate a vita, ma è previsto un periodo di 8 anni, allo scadere del quale se la famiglia avrà migliorato il proprio reddito non potrà ottenere il rinnovo. Altrimenti il contratto si rinnova per altri 8 anni. Altre novità introdotte nella legge sono la possibilità dell'inquilino di subaffittare l'appartamento e la possibilità di traslocare da una provincia all'altra per questioni di lavoro o di salute.