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Caro voli, ecco la stretta del governo sugli algoritmi che decidono il prezzo

Il governo ha deciso di intervenire contro il caro voli con una stretta sugli algoritmi che determinano i prezzi: ci sarà un tetto per le tratte con le isole.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Stretta sull'algoritmo e un tetto alle tariffe. Il governo interviene per fermare il caro voli, con un decreto omnibus che andrà in Consiglio dei ministri lunedì. Lo stesso in cui arriverà anche la parziale riforma del settore dei taxi. La misura era stata annunciata da tempo dal ministro Urso e la prima occasione utile sarà questo nuovo decreto in cui rientrerà un po' di tutto. Per quanto riguarda i biglietti aerei, il governo sta preparando una stretta sugli algoritmi che determinano i prezzi dei voli. Secondo quanto filtra da fonti di governo, nella bozza attesa lunedì in Consiglio dei ministri c'è una misura che vieta, ad alcune condizioni, la fissazione dinamica delle tariffe aeree in base al tempo della prenotazione.

Nello specifico, è vietato utilizzare l'algoritmo se si tratta di rotte nazionali di collegamento con le isole e se avviene durante un picco di domanda e conduce a un prezzo di vendita – del biglietto e dei servizi accessori – pari o superiore al 200% della tariffa media del volo. Insomma, no si possono più che raddoppiare i prezzi in periodi di forte domanda, almeno per ciò che riguarda le tratte nazionali. Inoltre, secondo quanto scritto nella bozza, non si possono fissare le tariffe in base alla profilazione web degli utenti o sul dispositivo usato, se questo comporta un pregiudizio.

Il decreto prevede anche un tetto alle tariffe aeree praticabili in continuità territoriale con oneri di servizio pubblico. Nella bozza si legge: "L'amministrazione competente fissa i livelli massimi tariffari praticabili dalle compagnie aeree ove emerga il rischio che le dinamiche tariffarie possano condurre ad un sensibile rialzo legato alla stagionalità o ad eventi straordinari, nazionali o locali". Parliamo, in questo caso, della continuità territoriale che dovrebbe essere garantita per la Sicilia e la Sardegna.

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