Carceri, Antigone certifica il fallimento del governo: “91 suicidi nel 2024, l’anno più tragico di sempre”

Nel 2024 91 detenuti si sono suicidati. È stato l'anno con più morti in carcere di sempre. Lo certifica ‘Senza Respiro", l'ultimo rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia realizzato da Antigone.
"Siamo senza respiro! I detenuti sono senza respiro. Gli operatori sono senza respiro", scrive nell'incipit il presidente Patrizio Gonella. Da tempo il sistema penitenziario italiano attraversa una crisi profonda. "Corpi ammassati in celle chiuse, spazi inadeguati, tensione alle stelle, sofferenza generalizzata, condizioni igieniche e sanitarie inaccettabili, educatori stanchi, poliziotti in difficoltà, direttori provati, medici preoccupati, volontari a malapena tollerati", è quello che Antigone ha potuto constatare nelle sue oltre 100 visite – da Bolzano ad Agrigento – all'interno delle carceri nell'ultimo anno.
Le carceri esplodono, il tasso di sovraffollamento è al 133%
Al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute contro una capienza di 51.280 posti. Il tasso ufficiale dunque, sarebbe del 121,8%, ma poiché i posti inagibili o inaccessibili per lavori in corso si aggirano attorno ai 4.500, il tasso – secondo Antigone – è almeno del 133%. Negli ultimi due anni, inoltre, la capienza è calata di 900 posti a fronte di un aumento di 5mila unità.
Su un totale di 189 carceri, solo 36 non sono sovraffollate. Intanto i detenuti aumentano, a ritmi che richiederebbero la costruzione di sei carceri l'anno, per un costo di circa 180 milioni di euro. Per Antigone "l’edilizia non può essere la soluzione". Soluzione che invece, viene perseguita dal governo, che ha nominato un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, Marco Doglio. Tuttavia, le nuove strutture messe in cantiere nascono già con un problema di sovraffollamento. Antigone spiega che i nuovi moduli ospiteranno quattro detenuti in camere con uno spazio di circa 20,5 metri quadrati complessivi, ossia poco più di 5 metri quadrati a persona. Un progetto insomma, che ripropone quanto già denunciato dall'Associazione che in almeno trenta dei 95 istituti visitati le celle non superano i tre metri quadri calpestabili per ogni persona.
Il carcere è la misura cautelare più usata
Il carcere continua ad essere la misura cautelare più usata, seguita dai domiciliari senza braccialetto elettronico e da quelli con. Più di 17mila detenuto "devono scontare un residuo pena inferiore ai due anni. Con un atto generale di clemenza di soli 24 mesi il sistema tornerebbe a respirare", osserva l'Associazione che chiede di "prevedere un divieto di carcerazione, salvo casi eccezionali, se non c’è un posto regolamentare in carcere".
Suicidi e depressione: l'emergenza dei detenuti italiani
La salute mentale nelle carceri continua a rimanere un problema gravissimo. Il 44% dei detenuti fa uso di sedativi e ipnotici, e sono moltissimi quelli che ricorrono a antidepressivi e antipsicotici. Tuttavia, curare il disagio psichico in prigione risulta pressoché impossibile se si considera che per ogni 100 detenuti si contano solamente uno psichiatra e uno psicologo a settimana, rispettivamente per 7 e 19 ore.
Quanto ai suicidi poi, il 2024 è stato l'anno ‘record', con un totale di 91 casi, mentre sono stati 33 quelli tra gennaio e maggio di quest'anno. I numeri, chiarisce l'Associazione, provengono dai dati di Ristretti Orizzonti nel dossier “morire di carcere”. L'analisi sui suicidi realizzata dal Garante Nazionale dei detenuti infatti, ne conta 83 nel 2024 e si basa sulle statistiche del Dap, che tuttavia non includono alcune morti, come quelle avvenute in ospedale dopo che la persona aveva commesso il gesto suicidario, oppure quelle che non è stato possibile accertare come tali. In generale, il tasso di suicidi in carcere in Italia raddoppia la media europea. Parliamo di 15 casi ogni 10mila detenuti in Italia, contro i 7,2 della media Ue.
La situazione dei minori
Anche le carceri minorili sono a rischio implosione. Nove Ipm su 17 sono sovraffollati e in alcuni, come il Beccaria di Milano o l'istituto di Cagliari, il tasso supera il 150%. Al 30 aprile 2025 superava i 600 il numero di ragazzi detenuti, ma il dato sarebbe ancora più alto se non fosse per il trasferimento degli ultradiciottenni nelle carceri per adulti disposto dal Decreto Caivano degli ultra-diciottenni (in tutto 189). Una misura che ha costretto moltissimi giovani a interrompere bruscamente il loro percorso educativo e di recupero.
Carenza di personale e fondi che mancano
In generale mancano personale e fondi. A fine 2024 si contavano 254 dirigenti rispetto alle 350 unità previste dalla pianta organica. Il ruolo del direttore è fondamentale, ricordano dall'Associazione, e la "carenza di organico condurrà inevitabilmente a obbligare i dirigenti a gestire due o più istituti contemporaneamente". Situazione analoga per gli educatori. In totale sono 963, ovvero uno ogni 64 detenuti. Anche il rapporto degli agenti in servizio non è da meno. Antigone ne conta uno per ogni due detenuti con Regioni come Lombardia, Lazio e Umbria, dove la situazione è più drammatica. Per quanto riguarda i fondi, l'Associazione denuncia i tagli per l'edilizia carceraria (-24,1%) e per la giustizia minorile (-6,5%) e l'assenza di risorse per risarcire i detenuti che subiscono trattamenti inumani e degradanti.
La crudeltà del decreto Sicurezza
Infine, il rapporto si concentra anche sulla misura introdotta dal decreto Sicurezza che ha reso facoltativo (non più obbligatorio) il differimento dell'esecuzione della pena per le detenute madri con figli di età inferiore a un anno o incinte. A fine aprile risultavano undici i bambini che vivevano in carcere con le loro madri. Tuttavia con la cancellazione dell'obbligo di rinvio della pena, il numero è destinato a salire. Inoltre, si prevede la possibilità che il bambino venga sottratto alla madre, nel caso in cui quest'ultima venga trasferita da un Icam a un carcere ordinario.