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Camera approva finanziamento missioni internazionali (438 Sì): ok anche a fondi per la Libia

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione sulle missioni internazionali (438 sì). È stato bocciato invece il testo a prima firma Erasmo Palazzotto (Leu) condiviso da una trentina di deputati della maggioranza, che chiedeva lo stop della cooperazione con la cosiddetta Guardia costiera libica.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Aula della Camera ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza con le quali vengono autorizzate e prorogate le missioni internazionali 2021. I sì sono stati 438 con 2 no e 2 astenuti. Approvata anche la parte della risoluzione sulle missioni internazionali che riguarda "l'assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi" con 361 voti a favore, 34 no e 22 astenuti.

Il documento è stato approvato anche da FdI. In particolare l'Assemblea si è espressa favorevolmente sulla relazione delle commissioni Esteri e Difesa sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17 giugno scorso e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali 2020 prorogate per quest'anno.

La Camera ha autorizzato complessivamente 42 operazioni finalizzate al mantenimento e alla stabilizzazione della pace in 27 Paesi, attraverso l'impegno di 9.200 militari. La questione del supporto alla Libia, e in particolare a quello alla Guardia costiera libica, ha provocato posizioni di dissenso all'interno della maggioranza, con Iv che ha scelto di non votare il passaggio del documento relativo al Paese del Nord Africa.

"Voteremo a favore della risoluzione di maggioranza perché siamo in piena coerenza con il sostegno all'azione del nostro Paese nelle missioni internazionali e soprattutto nel piano appoggio del governo Draghi", aveva dichiarato Giuseppina Occhionero, capogruppo di Italia Viva in Commissione Difesa, nel corso delle dichiarazioni di voto. "Nel contempo, riteniamo necessario ribadire la nostra scelta di non partecipare al voto sulla scheda 48, quella riguardante lo scenario libico. È indispensabile esercitare la massima pressione dell'Italia nel prevenire le violazioni inaccettabili, sistematiche dei diritti umani e di tutti quei comportamenti criminali di affondamento dei barconi di migranti da parte della Guardia costiera libica. Quanto al completo ritiro del nostro personale militare in Afghanistan, tengo a precisare che restiamo comunque in quest'area, impegnati attraverso attività di cooperazione bilaterale tesa a sostenere il prosieguo del processo di stabilizzazione e la tutela dei diritti di minori, donne e minoranze".

La relazione delle commissioni Esteri e Difesa era stata approvata ieri sera: è passato l'emendamento Pd sulle missioni all'estero, ma riformulato dal governo. I dem puntavano alla verifica della cooperazione con la Guardia costiera libica, affidando i rapporti con la Guardia costiera libica non più all'Italia ma alla Ue. La riformulazione proposta dall'esecutivo "impegna il governo a verificare, dalla prossima programmazione, le condizioni per verificare il superamento di suddetta missione", proponendo di trasferire le funzioni della stessa alla missione bilaterale Miasit Libia e alla missione Irini.

30 deputati maggioranza chiedono stop a missione in Libia

Stop alla cooperazione con la Guardia costiera libica. Lo avevano chiesto con una risoluzione, a prima firma di Erasmo Palazzotto, una trentina di deputati, quasi tutti della maggioranza (tutto il gruppo di Leu, sia Articolo Uno che Sinistra Italiana, e diversi deputati del Pd), che poi è stata bocciata dalla Camera.

"Continuare a sostenere direttamente e indirettamente la deportazione di uomini donne e bambini nei centri di detenzione in Libia facendo finta che questa realtà non esista configura nei fatti una violazione delle Convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani. Non è sufficiente spostare la catena di comando" e "per questo oggi voteremo contro il rifinanziamento della missione bilaterale di supporto alla Guardia Costiera libica convinti che sia nostro dovere opporsi ad una così grave violazione dei diritti umani che avviene a poche miglia dalle nostre coste". Tra i parlamentari che hanno aderito ci sono Pier Luigi Bersani, Laura Boldrini, Enza Bruno Bossio, Chiara Ehm, Stefano Fassina, Riccardo Magi, Rossella Muroni, Matteo Orfini, Doriana Sarli, Giorgio Trizzino, Barbara Pollastrini.

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