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Verso rinnovo della missione in Libia, ong chiedono a governo stop a collaborazione con Tripoli

Giovedì 15 luglio il Parlamento è chiamato a votare per il rinnovo delle missioni internazionali, compresa quella che riguarda la Libia: Il deputato Magi: “Non è accettabile che il nostro Paese continui a sostenere con risorse economiche e logistiche quella che a tutti gli effetti è una attività criminale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Questa settimana il Parlamento voterà la delibera del Governo relativa al rifinanziamento delle missioni militari all'estero, compresa quella che riguarda la Libia. Oggi e domani, nelle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa, è previsto l'esame del provvedimento. Le associazioni sono già sul piede di guerra. Oltre cento associazioni scenderanno in piazza domani, a fianco dei cittadini, in occasione della votazione in Parlamento per il rinnovo delle missioni internazionali, fissata per il 15 luglio.

Cosa chiedono le ong al governo

Domani, durante un sit-in (l'appuntamento alle 17 in piazza Montecitorio a Roma) diverse ong, in rappresentanza della società civile, chiederanno al governo lo stop al rinnovo della missione in Libia e alla prosecuzione della cooperazione con le autorità libiche, in assenza di garanzie concrete sulla protezione dei diritti umani di migranti e rifugiate; in particolare chiederanno di bloccare ogni collaborazione con la Guardia costiera libica, che come hanno mostrato gli ultimi eventi, si è resa protagonista di respingimenti illegali in Libia.

Chiederanno inoltre la realizzazione di un piano per l'evacuazione immediata delle persone rinchiuse nei centri di detenzione libici, oltre all'estensione dei canali di ingresso regolari per persone migranti e rifugiate. Fondamentale inoltre il ripristino di un sistema istituzionale di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, e il riconoscimento del ruolo essenziale svolto dalle ong per i soccorsi dei migranti in mare.

Questa mattina, durante una conferenza stampa alla Camera, il deputato Riccardo Magi, di Più Europa Radicali, insieme a Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch-Italia Valentina Brinis, Open Arms Filippo Miraglia, Responsabile Immigrazione Arci Nazionale Paolo Pezzati, Humanitarian Policy Advisor – Oxfam Italia e a parlamentari di diversi gruppi che voteranno contro il rinnovo delle missioni, hanno chiesto di bloccare ogni supporto alla cosiddetta Guardia costiera libica: "Non è accettabile che il nostro Paese continui a sostenere con risorse economiche e logistiche quella che a tutti gli effetti è una attività criminale, come dimostrano le innumerevoli denunce e video sull'operato della cosiddetta guardia costiera libica", ha detto Magi.

"Il rinnovo di questa missione – prosegue – costituirebbe un gravissima violazione di principi fondamentali del diritto internazionale e la nostra Costituzione. Per questo bisogna opporsi con forza dentro in parlamento e nel paese".

"Oggi abbiamo mostrato alla Camera le immagini della violenza delle autorità libiche contro chi fugge: i recenti spari e speronamenti e un naufragio causato dalla stessa motovedetta nel 2017. Tra due giorni la Camera voterà il rifinanziamento. Nessuno potrà dire che non sapeva", avverte Sea Watch su Twitter.

"Nel Mediterraneo si continua a morire. La strage va fermata: il Governo cancelli il Memorandum con la Libia e non proceda al rifinanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica. Domani saremo in piazza a Roma", scrive in una nota la Cgil nazionale in cui si comunica l'adesione della Confederazione alla manifestazione organizzata dal Tavolo Nazionale Asilo e Immigrazione, di cui la Cgil fa parte, che si terrà domani, mercoledì 14 luglio, in Piazza Montecitorio, alle ore 17.

Il Tavolo Nazionale Asilo e Immigrazione ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi in cui, spiega la Cgil, "le associazioni criticano profondamente l'accordo con la Libia per i presupposti su cui si fonda e per le tragiche conseguenze che sta determinando, chiedendo un radicale cambio di rotta nella strategia dei salvataggi delle persone e l'evacuazione dei centri di detenzione in Libia, raccogliendo i rilievi dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite".

"La cronaca di queste settimane – si legge nella missiva inviata a Draghi – ha dato conto di tragici naufragi che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi. L'unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio".

"Le chiediamo di fermare questa situazione disumana – scrive in conclusione il Tavolo – e di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per l'UE, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo".

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