90 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Ius Scholae

Brescia a Fanpage.it: “Con lo Ius scholae minori otterranno cittadinanza alla fine delle elementari”

La commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato il testo base sulla riforma della cittadinanza, che contiene lo ius scholae. Il relatore Giuseppe Brescia (M5s) a Fanpage.it: “Agganciare la cittadinanza alla scuola ha un valore sociale molto forte perché la scuola include, integra e fa crescere l’appartenenza a una comunità. Lo ius soli era una proposta di partito, lo ius scholae è una idea di società”.
A cura di Annalisa Cangemi
90 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Ieri la commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato come testo base sulla riforma della cittadinanza il testo del relatore Giuseppe Brescia (M5s), che introduce lo ius scholae. Il testo prevede che venga data la cittadinanza, su richiesta dei genitori, al minore straniero nato in Italia, che abbia risieduto legalmente in Italia e abbia frequentato per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici. Lo stesso iter per il riconoscimento della cittadinanza italiana viene contemplato per il minore non nato in Italia, purché abbia meno di 12 anni. A favore del testo si è espresso tutto il centrosinistra, insieme a Forza Italia, mentre Lega e Fdi hanno votato contro e Coraggio Italia si è astenuta. Il presidente della commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia spiega a Fanpage.it quali saranno i prossimi passaggi.

Cosa c’è nel testo base licenziato dalla commissione Affari Costituzionali della Camera? Come funzionerà la legge sullo ius scholae?

Il testo prevede due semplici articoli. Potrà acquistare la cittadinanza italiana il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro i 12 anni che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e che abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici presso istituti del sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale.

La cittadinanza sarà automatica quindi per tutti i minori nati in Italia o che abbiano fatto ingresso in Italia entro i 12 anni, dopo aver frequentato per 5 anni uno o più cicli scolastici?

Si passa per una dichiarazione di volontà al comune entro il compimento della maggiore età del minore. Dovrà essere presentata da entrambi i genitori che dovranno essere legalmente residenti in Italia.

Quanti sono i minori che in questo modo otterranno la cittadinanza? Ci sono delle stime?

L’ultimo rapporto del Ministero dell’Istruzione parla di circa 880mila alunni di cittadinanza non italiana nelle nostre scuole. Il numero include anche i cittadini comunitari, come i 157mila ragazzi romeni. Non possiamo sapere quanti poi richiederanno effettivamente la cittadinanza, ma abbiamo ben presente quanto il tema sia sentito da migliaia di persone e dovremo tenere conto anche di chi ha già fatto questi percorsi scolastici.

Fratelli d’Italia l’ha definito una ‘scorciatoia”, ribattezzando lo ius scholae ‘ius insufficientiae’, dicendo sostanzialmente che escludere le competenze acquisite a scuola dai requisiti per ottenere la cittadinanza è un errore e va contro ogni regola di integrazione. Cosa rispondete?

Il dibattito in commissione è stato di gran lunga superiore al contenuto dei comunicati inviati alla stampa a fine seduta. Devo dire che è stato anzi un momento di alta politica molto emozionante per tanti di noi. Personalmente sentivo e sento una responsabilità, umana e sociale ancora prima che politica, su questo tema. Invito i colleghi di Fratelli d’Italia a incontrare i ragazzi e le ragazze che aspettano questa legge. Credo che debbano parlare più le loro storie che i partiti.

Per la Lega è addirittura uno ‘ius soli mascherato’ e assicura che farà muro, per evitare che possa essere approvata la legge.

È il solito caos della retorica. Tra l’altro il 65,3% delle studentesse e degli studenti con cittadinanza non italiana è concentrato nelle regioni del Nord. Basta guardare in faccia la realtà e leggere il testo senza preconcetti ideologici.

Siete soddisfatti del risultato? Che possibilità ci sono di veder approvare la legge entro questa legislatura?

È un primo passo su cui ho lavorato molto insieme a tanti colleghi che credono in questa battaglia di civiltà. Ora inizierà la discussione sugli emendamenti. Il tempo è poco, ma vogliamo e dobbiamo raggiungere l’obiettivo per non deludere ancora una volta le attese di tanti ragazzi.

È stato comunque un successo, perché oltre al voto favorevole del centrosinistra la proposta ha ottenuto il sì anche di Forza Italia. Di fatto il centrodestra si è spaccato. Ve lo aspettavate?

Il mio testo non voleva spaccare, ma unire. In passato il tema dello ius soli è stato agitato come una parolina magica divisiva, ma le proposte non sono mai diventate leggi e alla fine non è mai cambiato nulla. Il Parlamento deve essere consapevole che ci sono da un lato provvedimenti che cambiano la vita di migliaia di persone e dall'altro discussioni politiche che vengono fatte per lasciare tutto così com’è. Dobbiamo scegliere la prima strada con un sostegno il più possibile ampio.

Quello di ieri è stato un primo step. Quali saranno i passaggi successivi? 

La prossima settimana fisseremo il termine degli emendamenti. Sarà utile poi una calendarizzazione del provvedimento in aula. Cercheremo di fare un dibattito normale anche se si avvicineranno le amministrative. Si voterà in meno di mille comuni, poco più del 10%, ma temo che tanto basterà ad alzare la temperatura politica. Sarebbe auspicabile che i leader lasciassero il tema fuori dalla campagna elettorale per permettere al Parlamento di lavorare serenamente.

Il testo rappresenta comunque un compromesso, rispetto allo ius soli pieno, che per esempio esiste negli Stati Uniti. Non si poteva fare di più?

Non credo che il testo sia un compromesso, ma una proposta aperta, pragmatica, più rispondente anche alle esigenze di chi si mobilita da tempo. Oggi bisogna aspettare il compimento dei 18 anni per poter fare la richiesta di cittadinanza. Con lo ius scholae i genitori dei tanti studenti delle seconde generazioni (oltre il 65,4% sul totale degli stranieri) potranno fare domanda dopo la fine delle scuole elementari. Agganciare la cittadinanza alla scuola ha un valore sociale molto forte perché la scuola include, integra e fa crescere l’appartenenza a una comunità. Lo ius soli era una proposta di partito, lo ius scholae è una idea di società.

90 CONDIVISIONI
19 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views