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Boldrini: “Fico prenda provvedimenti contro deputato che ha chiamato Silvia Romano neo-terrorista”

“Se queste parole possono essere pronunciate nell’Aula di Montecitorio, non deve poi stupire che, come sta purtroppo accadendo, Silvia Romano sia fatta oggetto di insulti e minacce fino a porre il tema di una tutela della sua sicurezza da parte delle forze dell’ordine”: la deputata del Pd, Laura Boldrini, chiede al presidente della Camera, Roberto Fico, di intervenire sul deputato della Lega che in Aula ha definito Silvia Romano una “neo-terrorista”.
A cura di Annalisa Girardi
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Le polemiche sulla liberazione di Silvia Romano sono arrivate fino in Parlamento. Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni in Aula di un deputato della Lega, Alessandro Pagano, che ha chiamato "neo-terrorista" la giovane cooperante appena rientrata in Italia dopo 18 mesi di prigionia. Subito la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, ha definito le parole dell'esponente del Carroccio "inacettabili", ma ben presto sono arrivate le reazioni di condanna anche sui social network. La deputata dem Laura Boldrini ha scritto una lettera al presidente di Montecitorio, Roberto Fico, per chiedergli che iniziative intende assumere nei confronti di Pagano per le "accuse gravi e manifestamente infondate nei confronti della cittadina Silvia Romano".

Boldrini ha sottolineato come le parole pronunciate dal deputato leghista, un esponente del Parlamento, siano intollerabili: "Se queste parole possono essere pronunciate nell’Aula di Montecitorio, non deve poi stupire che, come sta purtroppo accadendo, Silvia Romano sia fatta oggetto di insulti e minacce fino a porre il tema di una tutela della sua sicurezza da parte delle forze dell’ordine", ha scritto la deputata, definendo "sconcertante" il fatto che un deputato della Repubblica si rivolga in quel modo a una connazionale che per 18 mesi è stata ostaggio del gruppo terroristico Al-Shabaab.

Quindi l'appello al presidente Fico. La deputata del Pd ha ricordato come, oltre all'articolo 58 del Regolamento che tutela i deputati accusati di fatti che ledono la loro onorabilità, l'articolo successivo, il 59, tutela allo stesso modo i cittadini vincolando i deputati a non usare parole sconvenienti nei confronti di altre persone. In questo caso, dunque, potrebbe "essere messa in questione l’ampiezza della tutela riconosciuta ai parlamentari dell’articolo 68 della Costituzione, che non può essere utilizzata in modo sproporzionato e unilaterale", ha ribadito Boldrini.

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