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Barbanti passa al Pd: “Renzi è un rivoluzionario”. Minacce di morte e insulti per l’ex M5S

Sebastiano Barbanti passa dal M5S al Pd e dichiara: “Matteo Renzi ha inciso e ha radicalmente rivoluzionato il Pd, non come Grillo che è un demagogo”. Per queste dichiarazioni, l’ex deputato grillino è stato subissato da insulti e minacce di morte.
A cura di Charlotte Matteini
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Ha abbandonato il Movimento 5 Stelle, è approdato prima ad Alternativa Libera, poi al Partito Democratico. E' il percorso di Sebastiano Barbanti, presentatosi alle elezioni politiche del 2013 tra le fila grilline e finito, nel 2016, ad adulare l'attuale presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La conferma del suo passaggio al Partito Democratico e l'esternazione nei confronti del PdC, ai microfoni dell'agenzia AdnKronos, ha causato non pochi problemi a Barbanti, il quale si è trovato a ricevere minacce di morte e una pioggia inarrestabile di insulti su Facebook. Ma cos'ha detto di così grave per attirarsi le ire dei militanti del suo ex partito? Ecco: "Matteo Renzi ha inciso e ha radicalmente rivoluzionato il Pd, portando un vento di cambiamento nel Paese. Un vero rivoluzionario, a differenza di Grillo che é solo demagogico, tutto chiacchiere e per giunta strumentali".

Non l'avesse mai detto. Gli attivisti M5S, letta questa dichiarazione, hanno scatenato un vero e proprio tiro al piccione contro Barbanti, il quale ha tentato di difendersi dai militanti inferociti pubblicando un lungo post su Facebook e pubblicando lo screenshot di uno dei commenti più feroci ricevuti in queste ore:

Il mio più caro augurio a te di poterti vedere malato, di vedere i tuoi familiari in chemioterapia, di poterti incontrare per strada ed ammazzarti come un maiale, lurido infame, fai solo venire voglia di scannarti mentre sei appeso a testa in giù, ma tranquillo, se ti vedo per strada non la scampi, vado in galera ma ti strappo il cuore e te lo ficco in c***.

"La minaccia come simbolo del basso spessore politico ed intellettuale di molti dei sostenitori e tifosi del M5S. Questo e’ l’esempio calzante dell’Italia che, evidentemente, immaginano e formano nelle convinzioni dei militanti i modi di fare e i messaggi dei "guru", così Barbanti esordisce su Facebook, con un lungo post in cui cerca di spiegare cosa sta avvenendo in queste ore. "Mi aspetto, che per amore della democrazia e della verità, pur nel loro diritto di dissentire dalla mia scelta, prendano le distanze da tali modi di fare. E mi aspetto che lo facciano anche i loro rappresentanti istituzionali. Altrimenti ciò che si sta operando apparirà inequivocabilmente come il lavaggio del cervello, attuato attraverso il web, affinché si annienti ogni confronto democratico e lo si sostituisca con l’insulto, la minaccia violenta – ed in futuro chissà cos’altro – per chi dissente e si allontana dal verbo del “Sacro Blog”.

"Ero assolutamente consapevole che la mia scelta mi avrebbe esposto alla possibilità di ricevere critiche, ma in merito agli insulti e ai comportamenti incivili – di cui purtroppo per un lungo periodo ho sottovalutato la portata anti-democratica – voglio precisare che da oggi in poi non tollererò, né potrei farlo anche solo per rispetto dei miei familiari, nella maniera più assoluta", conclude Barbanti, spiegando che sì, era conscio del fatto che la propria scelta avrebbe potuto scatenare polemiche anche infuocate, ma che mai si sarebbe immaginato una simile violenza verbale, diventata ormai la cifra politica e stilistica di molti attivisti del Movimento 5 Stelle sui social.
Un atteggiamento che non è certo la prima volta che viene rilevato, criticato e denunciato dagli attivisti di altri partiti, a cui sembra però che i vertici del Movimento non siano così intenzionati a porvi rimedio.

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