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Ballottaggi, Alessandro Di Battista: “Il Pd è morto e io ne sono molto felice”

Alessandro Di Battista commenta i risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative e si concentra sui risultati del Partito Democratico: “Il Pd è morto. Personalmente sono molto felice di questo tracollo”. Secondo l’ex deputato M5s ora non bisogna puntare sui diritti civili ma su quelli sociali ed economici, magari con il reddito di cittadinanza.
A cura di Stefano Rizzuti
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A commentare il risultato dei ballottaggi delle elezioni amministrative e il tracollo del Pd arriva anche l’ex deputato del MoVimento 5 Stelle Alessandro Di Battista. Il suo giudizio è netto: “Il Pd è morto. Personalmente sono molto felice di questo tracollo”. Di Battista, in un post su Facebook, spiega come si sia arrivati a questa batosta per il Partito Democratico: “A ucciderlo non sono stati i Franceschini, le Boschi, i Renzi o i Gentiloni. Costoro sono ‘comparse’ già finite nell'oblio. Ad ucciderlo è stato l'atteggiamento profondamente ‘borghese’ e anti-popolare che ha dimostrato in questi anni. Pensavano di cavarsela con qualche diritto civile. Quante volte li abbiamo sentiti dire: ‘ma noi abbiamo fatto le unioni civili’ etc, etc. Sia chiaro, io reputo i diritti civili fondamentali ma oggi servono più che mai quelli economici e sociali”.

L’ex deputato del M5s si dice molto felice della sconfitta elettorale dem e aggiunge:

Ho combattuto la loro arroganza e il loro odio nei confronti di tutto ciò che è popolare (per questo lo definivano populista) con tutto me stesso. Tuttavia il loro atteggiamento ‘borghese’ e anti-popolare ha fatto malissimo al Paese e non glielo perdonerò mai. Ma questo ormai è il passato. Il presente impone un'accelerazione sui diritti economici e sociali. Proprio quelli smantellati dalla sedicente sinistra che adesso sta litigando su come fare autocritica. Acqua pubblica, legge anti-corruzione durissima, conflitto di interessi, risorse alla sanità, rispetto dell'art. 11 della Costituzione (fuori dalle guerre di invasione mascherate da missioni di pace, molte delle quali cause dei flussi migratori). E soprattutto il reddito di cittadinanza.

Proprio il reddito di cittadinanza è il punto su cui si concentra l’attenzione dell’ex deputato: “Il reddito deve diventare un diritto esattamente come la sanità pubblica e l'istruzione pubblica. Non si tratta di regalare denari ai fancazzisti. Si tratta di rilanciare il lavoro (lavori nuovi perché molti lavori stanno scomparendo) proprio con lo strumento del reddito. I compianti dirigenti del Pd ritenevano il reddito di cittadinanza una stronzata. Guardate che fine hanno fatto…”.

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