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Autostrade invia al governo la sua proposta per evitare la revoca. M5s: “Per noi resta no”

Un piano da 13,2 miliardi di euro di investimenti e 7 miliardi da spendere per le opere di manutenzione, taglio dei pedaggi, apertura del capitale a nuovi investitori e nessuna richiesta di modifica al decreto Milleproroghe (che abbassava l’indennizzo di diversi miliardi in caso di revoca): questo il contenuto della proposta presentata da Autostrade per l’Italia al governo in modo da ottenere un rinnovo delle concessioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Autostrade per l'Italia ha inviato al governo la sua proposta per evitare una revoca delle concessioni e mettere un punto al braccio di ferro che va avanti dal crollo del ponte Morandi. Il piano messo sul tavolo dell'esecutivo comprenderebbe 13,2 miliardi di euro di investimenti e 7 miliardi da spendere per le opere di manutenzione. Ma non è tutto: si parlerebbe anche di un taglio dei pedaggi. Il gruppo controllato dalla famiglia Benetton, inoltre, mette nero su bianco la disponibilità di aprire il capitale a nuovi investitori.

Aspi non avrebbe inoltre intenzione di chiedere modifiche al decreto Milleproroghe: l'articolo che riduce l'indennizzo da 23 miliardi a 7 miliardi in caso di revoca non verrebbe quindi alternato. Un segnale quindi di apertura verso il governo con cui Autostrade spera di trovare al più presto un'intesa e chiudere il dossier.

Per il Movimento Cinque Stelle, che dalla tragedia del ponte Morandi continua a chiedere a gran voce la revoca delle concessioni ad Aspi, non sarebbe però sufficiente. I grillini bocciano la proposta e spingono per la revoca. O, in alternativa, un passo indietro dei Benetton da Autostrade. "Per noi resta un no", affermano fonti pentastellate. "Io sono per la revoca, con un piano preciso che riesca a supportarne la gestione", afferma il presidente della Camera, Roberto Fico. "Mi interessa però affermare un principio dopo la tragedia del ponte Morandi: è finito il tempo in cui può succedere un disastro e chi ha la concessione di un bene pubblico pensa di farla franca, perché si sente proprietario di quel bene. I beni pubblici vengono affidati, chi sbaglia, va via".

La palla per ora passa però al Consiglio dei ministri, previsto per martedì prossimo, in cui si dovrà esaminare la proposta: un vertice che si prefigura complesso, viste le distanti posizioni degli alleati di governo sul tema. Il Partito democratico e Italia Viva sarebbero infatti orientati per lavorare con Aspi a un piano, ritenendo troppo complicata (e allo stesso tempo potenzialmente dannosa) una revoca delle concessioni al gruppo dei Benetton.

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