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Aumenta il divario tra Nord e Sud, pesano inflazione e i ritardi del Pnrr: la nota di Confcommercio

Il divario tra Nord e Sud non fa che aumentare: quest’anno le Regioni del Mezzogiorno dovrebbero crescere fino a tre volte in meno di quelle settentrionali. È quanto emerge da una nota di Confcommercio.
A cura di Annalisa Girardi
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Nonostante quasi tutte le stime economiche dicano che l'Italia sta crescendo più del previsto, la situazione è ancora molto precaria. Tra il conflitto in Ucraina che non sembra destinato a concludersi nel più prossimo orizzonte, l'inflazione che non cala velocemente come era stato previsto e i ritardi negli investimenti del Pnrr, l'Italia è ancora in una fase di difficoltà e rallentamento. E in questa situazione non fa altro che aumentare il divario tra Nord e Sud.

È il quadro che emerge dall'ultima nota sulle economie regionali di Confcommercio. In cui si legge:

In questo scenario sembrano riprodursi e inasprirsi le differenze regionali. È vero che non c’è un solo Nord com’è vero che non c’è un unico Sud. Ma la contrapposizione complessiva nelle performance resta.

Dopo la pandemia, sottolinea Confcommercio, la ripresa è stata più veloce al Nord, mentre nel Mezzogiorno la crescita registrata è stata di circa 1,5 punti percentuali in meno. A contribuire a questa situazione c'è stato un minor peso dei consumi e del turismo, ma anche i ritardi di attuazione del Pnrr, nonostante la maggior parte dei progetti riguardi proprio le regioni meridionali. Non solo: va tenuto in considerazione anche il calo demografico, che colpisce maggiormente il Sud. Basti pensare che dal 1995 il numero di residenti in questa zona è sceso di oltre 900 mila unità: alcune Regioni come Molise, Calabria e Basilicata hanno perso fino al 12% della loro popolazione. Storicamente, infine, l'occupazione è molto più contenuta nel Mezzogiorno, dove negli anni è appunto anche diminuito fortemente il numero di lavoratori.

Insomma, per tutte queste dinamiche che continuano a pesare sul Mezzogiorno, le Regioni del Sud quest'anno dovrebbero crescere circa tre volte in meno di quelle del Nord. All'ultimo posto troviamo Calabria e Sardegna, la cui crescita prevista del Pil è pari a zero. Nel report si legge ancora:

Chiedere agli investimenti del PNRR di modificare rapidamente questo stato di cose sarebbe ingenuo e assurdo. Ma investimenti e riforme possono aprire la strada a un processo di convergenza, o almeno, e fin da subito, potrebbero arginare la tendenza alla divergenza.

Infine, Confcommercio sottolinea anche che "sarebbe sbagliato, allo stesso modo, non riflettere sulle opportunità potenziali di una buona riforma nella direzione di una maggiore autonomia locale differenziata". Un tema su cui la maggioranza di governo ha annunciato di voler procedere, che però, secondo le opposizioni, non farebbe altro che aumentare ulteriormente questi divari.

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