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Approvato il nuovo Codice degli appalti, Salvini: “Meno burocrazia, più fiducia a imprese e sindaci”

“Meno burocrazia meno perdita di tempo, più fiducia alle imprese e ai sindaci. Più cantieri più lavoro e più sicurezza in tutta Italia”: lo afferma Matteo Salvini commentando il via libera al nuovo codice degli appalti.
A cura di Annalisa Girardi
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Via libera al nuovo Codice degli appalti. "È stato approvato questo pomeriggio in Consiglio dei ministri il codice degli appalti, rivisto e integrato alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari, che ha il pregio di procedere nella direzione della semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione", si legge in una nota del ministero delle Infrastrutture. Secondo il dicastero si andranno a risparmiare "dai sei mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure" che sarà in vigore dal 1° gennaio 2024.

Sul fronte della digitalizzazione, invece, "una banca dati degli appalti conterrà le informazioni relative alle imprese, una sorta di carta d'identità digitale, consultabile sempre, senza che sia necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta", si legge ancora nella nota del ministero, che sottolinea come questa norma sia quindi anche attenta all'ambiente.

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non è andato in conferenza stampa a presentare il decreto, ma ha diffuso un videomessaggio, in cui afferma: "Come promesso dopo anni di attesa su mia proposta il Consiglio dei ministri oggi ha approvato finalmente il nuovo Codice degli appalti pubblici. Meno burocrazia meno perdita di tempo, più fiducia alle imprese e ai sindaci. Fiducia alle imprese dei territori e alle imprese anche più piccole, quelle artigiane. Significa più cantieri più lavoro e più sicurezza in tutta Italia. Dalle parole ai fatti".

Tra le novità anche la possibilità, per gli appalti fino a 5,3 milioni di euro, per le stazioni appaltanti di "decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti". Per gli appalti fino a 500mila euro funzionerà allo stesso modo: "Le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Taglio dei tempi notevole soprattutto per quei piccoli comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità che hanno tanta importanza per la vivibilità dei luoghi e il benessere delle proprie comunità", si legge sempre nella nota del ministero.

Introdotta anche la possibilità di concedere il cosiddetto subappalto a cascata, cioè senza limiti, "per garantire la conclusione dei lavori". La nota del Mit prosegue: "Nessuna paura per la "firma": niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell'autorità. Tutele simili per la delicata questione dell'illecito professionale". E ancora: "In particolare, per alcuni tipi di reato, l'illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari".

La nota, infine, sottolinea la questione dell'interesse archeologico e del Made in Italy: "Anche la valutazione dell'interesse archeologico, il cui iter, spesso lungo e articolato, rischia di frenare gli appalti, dovrà essere svolta contestualmente alle procedure di approvazione del progetto, in modo da non incidere sul cronoprogramma dell'opera. Infine ma non ultima la salvaguardia del "made in Italy": tra i criteri di valutazione dell'offerta è previsto come premiale il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale. Una tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi".

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