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Ambiente, terzo valico Tav, Terra dei Fuochi: il M5s si inchina alla Lega

Dal terzo valico del Tav alla terra dei fuochi, nell’accordo tra Lega e M5S sono molti i punti di contraddizione con le battaglie portate avanti dai grillini negli ultimi anni. I comitati insorgono dal Nord al Sud e tra gli eletti si rischia un esodo.
A cura di Antonio Musella
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Ambiente e infrastrutture sono due battaglie da sempre care al Movimento 5 Stelle. La Tav e la battaglia nella "terra dei fuochi" hanno contraddistinto una fetta importante dell'attivismo grillino degli ultimi anni. Eppure, nella seconda versione dell'accordo di governo Lega – M5S proprio su questi punti ci sono pesanti vuoti, o addirittura passaggi di senso contrario. Accanto allo stop per l'alta velocità sulla Torino – Lione, ad esempio, c'è il Sì con riserva alla realizzazione del terzo valico della Tav tra Piemonte e Liguria. Mentre al Sud proprio sulla terra dei fuochi e le bonifiche le misure appaiono generiche e fumose, come il resto del programma Ambiente, praticamente copia-incollato da quello leghista. Intanto il mondo dei comitati è in subbuglio e già si grida al "tradimento".

Tav terzo valico, l'ira del territorio:" Non ci stiamo"

Ore concitate tra Piemonte e Liguria, l'area geografica interessata al terzo valico dell'alta velocità, un'opera da 6,2 miliardi di euro osteggiata dal Movimento 5 Stelle, che ha partecipato in questi anni alle mobilitazioni dei comitati territoriali. Il via libera definitivo è ancora in forse, il punto al momento è in rosso sul contratto di governo tra Lega e M5S, l'ultima parola spetterà al duo Salvini – Di Maio. Negli ultimi giorni il termometro del malumore negli ambienti grillini tra Piemonte e Liguria è salito alle stelle. Secondo alcune fonti vicine a Fanpage.it starebbe montando una vera e propria marea del dissenso davanti all'eventuale ok al terzo valico, un malumore che coinvolgerebbe alcuni parlamentari, consiglieri regionali del Piemonte e anche tanti consiglieri comunali del basso Piemonte già pronti a uscire dal Movimento nel caso di via libera alla grande opera. I comitati per ora non fanno commenti ufficiali in attesa della versione definitiva del contratto, "aspettiamo di vedere la versione definitiva" dicono, ma in alcuni ambienti già si parla di "tradimento del territorio". Intanto tra i parlamentari i più agitati sono il deputato ligure Mattia Crucioli, avvocato da sempre vicino ai comitati No Tav terzo valico, e la senatrice piemontese Susy Matrisciano di Alessandria. Secondo le nostre fonti i due parlamentari hanno chiaramente detto al direttivo grillino: "Se passa il sì al terzo valico ci rimettiamo la faccia, a queste condizioni non ci stiamo". Da Roma invitano i deputati e gli eletti del territorio a stare calmi e ad attendere la versione ufficiale. Di sicuro l'opera miliardaria interessa molto al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti di Forza Italia. L'idea che serpeggia è che possa esserci stato un vero e proprio scambio: stop alla Torino – Lione, ma via libera al terzo valico, punto di programma grillino da sacrificare sull'altare dell'accordo Salvini – Di Maio.

Terra dei fuochi: "Per M5S la terra dei fuochi non esiste"

In Campania il Movimento 5 Stelle ha eletto molti deputati e senatori e proprio sulla battaglia per la bonifica della "terra dei fuochi" i grillini hanno costruito una larga fetta di consenso. Proprio la Campania, in particolar modo la provincia di Napoli, vede tra le due forze di governo una sproporzione di consensi notevole. M5S è arrivata nel collegio Campania 1 a superare il 50% dei consensi, mentre la Lega si è fermata al 2,9%. Insomma condizioni indicative per potersi aspettare proprio in questa regione un intervento deciso sui temi cari al Movimento 5 Stelle. Al punto 4 del contratto di governo si parla di ambiente e quello che balza subito agli occhi – basta fare una ricerca su google – è come l'accordo di governo tra le due forze sia stato sostanzialmente copiato dal programma della Lega di Salvini sull'ambiente. I primi ad alzare la voce sono proprio i comitati riuniti nella sigla "Stop Biocidio" che da anni combattono per le bonifiche, la chiusura dei siti inquinati e contro il fenomeno dei roghi. Sulla pagina ufficiale del movimento è riportata l'analisi impietosa dell'accordo di programma: "Stiamo leggendo con attenzione il punto ambiente del contratto 5stelle e Lega. Per il momento il dramma "terra dei fuochi" non esiste. Ci sarebbe piaciuto leggere di misure di contrasto ai traffici di rifiuti industriali e pericolosi, di prevenzione primaria e secondaria, di un piano di monitoraggio serio capace di individuare il livello di contaminazione di suolo, acqua e aria. Nessuna parola sulla necessità di un intervento straordinario in risposta all'emergenza sanitaria che viviamo sul nostro territorio. L'Italia, ancora una volta, si dimentica di questa terra subito dopo la campagna elettorale.  Speriamo se ne accorgano presto. Avremo ancora tanto da combattere". Una bocciatura senza appello. Proprio in Campania è stata eletta la senatrice Paola Nugnes, fino ad ora l'unica voce fuori dal coro rispetto all'accordo tra Lega e M5S. E tutti gli altri ? Bocche cucite anche perché in molti sono impegnati nella campagna elettorale delle prossime elezioni amministrative. In molti casi infatti le liste per le comunali hanno avuto la benedizione dei parlamentari del territorio che hanno piazzato i candidati sindaci, come nel caso di Orta di Atella in provincia di Caserta dove a correre per la carica di primo cittadino c'è il suocero del deputato Giovanni Russo originario del territorio.

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