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Il decreto Pnrr Scuola è legge: alloggi universitari, Carta docente e Piano asili nido, cosa cambia

Via libera definitivo dall’aula della Camera al dl Pnrr-Scuola, già approvato dal Senato, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia. I voti favorevoli sono stati 155, i contrari 78 e 4 gli astenuti. Tra le novità norme sugli alloggi universitari per gli studenti fuori sede, modifiche alla Carta docente, stretta sui diplomifici.
A cura di Annalisa Cangemi
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È arrivato l'ok finale al decreto Pnrr Scuola, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026 approvato in via definitiva, dopo l'apposizione della fiducia, alla Camera. I voti favorevoli sono stati 155, i contrari 78 e 4 gli astenuti. Il testo, essendo già stato approvato dal Senato e non modificato dalla Camera, è stato adesso convertito in legge.

"Poniamo finalmente fine al vergognoso fenomeno dei diplomifici", ha detto il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, "chi pensa di poter comprare un titolo di studio deve sapere che lo Stato non resterà più a guardare. Con queste misure imponiamo regole chiare, controlli stringenti e tolleranza zero per un'istruzione di qualità. Vogliamo una scuola in cui ogni diploma sia frutto di impegno e competenze reali. Parallelamente, portiamo avanti una serie di interventi concreti: sosteniamo le famiglie in difficoltà incrementando i fondi per l'acquisto dei libri di testo, promuoviamo l'internazionalizzazione degli Its. Diamo risposta alle legittime aspettative degli idonei nei concorsi per docenti; aumentiamo la retribuzione di risultato dei dirigenti scolastici; liberiamo risorse per Enti locali al fine di reinvestirle in scuole più sicure e investiamo nello sviluppo degli asili nido. Infine, estendiamo la carta docenti ai supplenti con incarico fino al 31 agosto. Questa è la nostra idea di Paese: un'Italia che non lascia indietro nessuno, che investe sui giovani, promuove il merito, tutela la legalità, valorizza chi vi lavora. E su questa strada andremo avanti, con coraggio e determinazione".

Fuori dal Palazzo, a Piazza Montecitorio, ricercatori precari e forze sindacali hanno protestato contro l'emendamento Occhiuto-Cattaneo al dl, approvato in Senato, che secondo i promotori della manifestazione riprende "il nocciolo della proposta della ministra Bernini di moltiplicare il precariato in università e ricerca, introducendo nuove figure a tutele crescente". A sostegno della protesta Pd, M5S e Avs, tramite i rispettivi capigruppo in Commissione Istruzione.

Vediamo cosa contiene il decreto e quali sono le principali novità.

Nuove figure introdotte in campo universitario

Una novità che è stata introdotta in Senato riguarda l'introduzione, in campo universitario, di due nuove figure per la ricerca: incarichi di ricerca e post-doc. Si tratta di figure, già previste dal Ddl 2140 sul pre-ruolo (ancora fermo in Senato), che affiancano i contratti di ricerca e consentono agli enti, alle università, e alle istituzioni dell'Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (Afam) di disporre di strumenti flessibili per proseguire e rafforzare l'attività di ricerca. Per il Mur si tratta di un'opportunità in più, per contrastare la fuga dei cervelli, aumentare l'attrattività degli scienziati, garantire sostenibilità e competitività alla ricerca italiana.

"Il governo Draghi alla fine del suo mandato, poco prima che cadesse, con l'appoggio di tutte le forze politiche, ha eliminato tutte le varie formule precarie del mondo della ricerca universitaria, come gli assegni di ricerca, per istituire un'unica formula, il contratto di ricerca, con tutte le tutele. Il governo Draghi come sappiamo è caduto prima di arrivare alle legge di Bilancio che doveva stanziare risorse ad hoc", ha spiegato l'onorevole Antonio Caso (M5s), contattato da Fanpage.

"Improvvisamente la notte prima della scadenza degli emendamenti su questo decreto, è arrivato l'emendamento Occhiuto, che prevede due figure contrattuali che erano presenti pure nel disegno di legge della Bernini, ripristinando di fatto quello che il governo Draghi aveva cancellato, ovvero l'assegno di ricerca, che è senza tutele, senza ferie, senza malattie garantite, senza contributi decenti", ha detto Caso.

"Queste due nuove figure rappresentano un passo indietro rispetto alla Legge 79/2022, quella che aveva istituito i contratti di ricerca sostituendo i vecchi assegni di ricerca". Il contratto di ricerca è un contratto subordinato, biennale, rinnovabile una sola volta, con retribuzione regolata dal CCNL e finanziamenti ancora insufficienti. Invece di rafforzare questa figura, quindi, la ministra Bernini propone queste nuove tipologie: gli incarichi di ricerca, per laureati magistrali da meno di 6 anni, durata 1-3 anni, assegnabili anche direttamente, con un compenso minimo deciso dal ministero; e incarichi post-doc, per dottori di ricerca, durata 1-3 anni, retribuzione uguale a quella dei ricercatori a tempo determinato. Si tratta di due figure aggiuntive, che non sostituiscono i contratti di ricerca istituiti dalla legge 79 del 2022, perché quelli sono blindati dal Pnrr. "Ma quello che dicono tutti i i precari del mondo dell'università è che ovviamente si darà priorità a queste altre forme contrattuali che sono più economiche", ha spiegato Caso.

"Per le università non è una modifica negativa, semplicemente perché visto che si riducono i fondi all'università, riescono con gli stessi soldi che avrebbero impiegato per il contratto di ricerca a prendere due persone con l'assegno di ricerca. Perché queste due figure costano meno? Perché vengono tolti diritti e garanzie".

Finestra ponte dell'Abilitazione Scientifica Nazionale

In attesa che si completi l'iter di riforma del reclutamento dei docenti approvata dallo scorso Cdm, si prevede una finestra ponte nel procedimento per l'Abilitazione Scientifica Nazionale. Si prevede quindi un sesto quadrimestre, estendendo di quattro mesi la finestra dell'Asn 2023-2025, così da dare la possibilità al sistema universitario di aggiornare i criteri di valutazione legati ai nuovi Gruppi disciplinari.

Alloggi universitari per fuorisede

Per quanto riguarda gli alloggi universitari, viene incrementata di 9,5 milioni di euro per il 2025 la dotazione del Fondo affitti per gli studenti fuori sede, Fondo che era stato creato nel 2021 dal Governo Conte II. Le risorse sono destinate a sostenere i ragazzi con Isee al di sotto dei 20mila euro, che non ricevono altri contributi pubblici per gli alloggi. Cambiano i criteri di accesso per valorizzare il merito per evitare le inefficienze registrate fino ad ora: per accedere al beneficio lo studente non deve aver accumulato più di un anno fuoricorso.

Le modifiche introdotte in Senato dunque restringono fortemente la platea dei beneficiari. Oltre alla stretta sui requisiti, il M5s evidenzia un'altra criticità che riguarda la dotazione finanziaria del Fondo, che si è ridotta nel tempo.

Dalla cifra iniziale di 15 milioni stanziati per il Fondo nel 2021, che aveva consentito di erogare fino a 1.570 euro pro capite a 10.000 studenti, si è passati a soli 4 milioni per il 2023 e 6 milioni annui dal 2024. Successivamente, piccoli incrementi  hanno portato la disponibilità totale a circa 6,7 milioni nel 2025 e 7,7 milioni nel 2026 e 2027.

"Ora, è vero che il governo ha allargato la platea de beneficiari di questo Fondo, da 10.000 a 14.000 – con i 4 milioni del 2023 – però noi davamo 1570 euro a studente. Loro ne danno solo 280. Immaginate cosa sono 280 euro annui per affitti che ora arrivano a 500 euro a posto letto al mese", ha detto Caso a Fanpage.it.

La norma contro i diplomifici

La norma sulla scuola arriva su spinta del ministro dell'Istruzione Valditara, e prevede misure per il contrasto del fenomeno dei diplomifici. Vengono introdotti limiti più stringenti per l'attivazione delle classi terminali collaterali (sezioni aggiuntive generalmente istituite in scuole paritarie, che permettono di integrare studenti che hanno superato esami di idoneità, offrendo loro l'opportunità di ottenere il diploma). Arriva poi la stretta che vieta di sostenere nello stesso anno due differenti esami anche in istituti di tipo diverso. Obbligo per tutte le scuole statali e paritarie di adottare la pagella elettronica, il registro online e il protocollo informatico.

Riforma degli istituti tecnici

Si disciplina il completamento della riforma degli istituti tecnici, con l'introduzione di un nuovo assetto ordinamentale sensibile alle trasformazioni economiche e sociali del Paese, spiega il ministero: l'intervento consolida il legame tra scuola e territorio, promuove l'innovazione e l'internazionalizzazione, e rafforza la continuità con i percorsi dell'istruzione terziaria tecnologica.

Il M5s ricorda però che per attuare la Riforma 1.1 della Missione 4 del PNRR, era previsto inizialmente un regolamento specifico, mentre solo due aspetti dovevano essere disciplinati con decreti ministeriali. L'esecutivo però non è riuscito a emanare il regolamento nei tempi previsti e ha quindi invertito le modalità di attuazione: ha usato un decreto ministeriale per stabilire provvisoriamente le regole per l’anno scolastico 2025/2026, rimandando invece a un regolamento (che non è stato ancora emanato) la disciplina delle due materie che avrebbe dovuto trattare subito.

Ora, con una nuova norma, si rinvia senza scadenza l’adozione del regolamento e si dà valore duraturo al decreto ministeriale, rendendolo di fatto permanente a partire dal 2026/2027.

Cambia il reclutamento dei docenti

Il decreto consente l'integrazione della graduatoria di merito dei concorsi Pnrr con i candidati idonei, fino a coprire il 30% dei posti banditi. Le graduatorie in questione sono utilizzate secondo un ordine di priorità temporale ed in via prioritaria rispetto a quelle dei concorsi precedenti al Pnrr. Si prevede la costituzione di un elenco regionale, a partire dall'anno scolastico 2026/27 e con aggiornamento annuale, in cui potranno inserirsi, per la futura assunzione in ordine di concorso, tutti coloro che hanno superato la prova orale di un concorso bandito a decorrere dal 2020, e si dispone che i docenti della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria accettano ovvero rifiutano la sede scolastica loro assegnata entro cinque giorni dalla data di assegnazione, e in caso di assegnazione a decorrere dal 28 agosto comunque entro il 1 settembre dell'anno scolastico di riferimento.

Per identificare le graduatorie di concorso da cui attingere nell'ambito della quota di posti da assegnare per scorrimento delle graduatorie pregresse, le frazioni di posto sono arrotondate, non più per difetto, bensì per eccesso se maggiori o uguali a 0,5. Le procedure assunzionali del personale docente sono completate entro il 31 dicembre 2025 attingendo anche alle graduatorie pubblicate dopo il 31 agosto 2025, comunque non oltre il 10 dicembre 2025. Le graduatorie dei concorsi Pnrr così integrate sono utilizzate in via prioritaria anche rispetto a quelle del concorso bandito per l'accesso ai ruoli del personale docente relativi all'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria bandito nel 2023. Inoltre, si proroga sino al suo esaurimento la graduatoria relativa alla procedura straordinaria indetta e ne prevede l'utilizzo a decorrere dall'anno scolastico 2025/2026.

Per il M5s tuttavia si tratta di misure tampone, che denunciano la mancanza di meritocrazia e l'assenza di una vera stabilizzazione: per quanto riguarda i docenti idonei, vengono istituiti degli elenchi regionali, e gli scorrimenti delle graduatorie sono limitati al 30%, per quanto riguarda i concorsi Pnrr. L'unico intervento positivo, sottolinea il M5s, riguarda l'assunzione degli idonei del concorso straordinario 2020. Ma il governo fino ad ora ha commesso gravi errori nella gestione del reclutamento dei docenti, con ritardi nei concorsi e nei percorsi abilitanti che hanno penalizzato migliaia di aspiranti, sia dal punto di vista economico che psicologico.

Cosa cambia per i dirigenti scolastici

Il provvedimento introduce poi due importanti misure a favore dei dirigenti scolastici: un incremento del Fondo Unico Nazionale (FUN) pari a 12 milioni di euro in due anni e, per l'anno scolastico 2025/2026, una mobilità straordinaria che consente di coprire fino al 100% dei posti vacanti su base regionale, fatta salva la quota riservata al concorso in atto, offrendo così maggiori opportunità a chi è in servizio da anni.

Fondi per gli asili nido

Sono previsti 820 milioni di euro per l'attuazione del Piano asili nido, che è stato già avviato dal ministero, destinato ai Comuni con livelli di copertura del servizio inferiori alla media nazionale del 33% nella fascia 0-2 anni, per garantire una maggiore equità territoriale e sostenere la conciliazione tra tempi di vita e lavoro.

Ma il M5s ha sollevato più di una criticità. Per raggiungere il target del PNRR relativo agli asili nido, il governo ha previsto un nuovo bando e lo scorrimento delle graduatorie esistenti. Per finanziare questi interventi, vengono usate risorse prese da altri investimenti del PNRR del Ministero dell’Istruzione, come il tempo pieno e la riqualificazione edilizia scolastica.

"A dicembre 2023, quando è stato rimodulato il PNRR, il ministero di Valdara aveva chiesto e ottenuto ulteriori finanziamenti per poter portare a compimento le missioni legate all'estensione del tempo pieno e a quella della messa in sicurezza dell'edilizia scolastica. Questi soldi ora sono stati spostati per completare gli asili nido. Quindi, e l'ho chiesto anche in dichiarazione voto, cosa succede ora all'edilizia scolastica e al tempo pieno?", ha detto Caso (M5s) a Fanpage.it. Non è però chiaro insomma se questi fondi siano effettivamente non più necessari per gli altri progetti, oppure se si stia riducendo il loro obiettivo iniziale.

Risorse per i libri di testo

Si prevede, inoltre, l'incremento delle risorse destinate alla fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per gli studenti in difficoltà economica e si proroga l'utilizzo delle graduatorie comunali per le supplenze nelle scuole dell'infanzia paritarie.

Misure per il disagio giovanile

Il decreto interviene anche sul fronte delle dipendenze e del disagio giovanile, con l'assegnazione al ministero dell'Istruzione e del Merito di un milione di euro, da destinare alla formazione dei docenti, e autorizza lo svolgimento su base regionale del concorso per 101 funzionari degli Uffici Scolastici Regionali.

Rilanciati gli Its Academy

Particolare attenzione è riservata agli ITS Academy, per i quali viene allineato al livello universitario sia il trattamento fiscale delle borse di studio, che saranno da oggi in poi esenti da tassazione con conseguente aumento di valore pro capite per gli studenti, sia il riconoscimento dei titoli e dei percorsi formativi svolti all'estero.

Misure per l'edilizia scolastica

In sede di conversione, il testo si è arricchito anche con misure, scaturite da un proficuo confronto con ANCI, volte a favorire l'attuazione degli interventi di edilizia scolastica, attraverso l'utilizzo dei ribassi d'asta e la semplificazione di varie procedure, tra cui quelle in tema di varianti, nonché agevolando gli interventi in materia di DNSH e incrementando il fondo di 20 milioni in due anni per le esigenze straordinarie sempre in tema di edilizia scolastica.

Carta del docente

Infine, con un emendamento proposto dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, viene riconosciuta, già per quest'anno scolastico, la carta del docente anche ai supplenti su posto vacante e disponibile.

La Carta del docente, istituita dalla legge n. 107 del 2015 (la cosiddetta “Buona Scuola”), è stata pensata come strumento per sostenere la formazione continua degli insegnanti e valorizzarne le competenze professionali. Ogni docente può ricevere fino a 500 euro annui da utilizzare per acquistare libri, testi anche in formato digitale, pubblicazioni, software, hardware, iscrizioni a corsi accreditati e master universitari, oltre che per partecipare a eventi culturali e spettacoli, sempre in linea con i piani formativi scolastici. Per il 2025, le risorse stanziate per la Carta sono quasi 396 milioni di euro, distribuite tra i vari livelli di istruzione nei capitoli di bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Una novità importante introdotta al Senato riguarda l’estensione della Carta anche ai supplenti con contratto annuale, cioè quelli con incarico fino al 31 agosto. Tuttavia, la norma esclude esplicitamente i supplenti con contratto fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Questa esclusione crea una evidente discriminazione tra categorie di docenti precari che svolgono comunque un ruolo fondamentale nelle scuole. Durante l’esame della legge, sono stati presentati emendamenti per includere anche i supplenti fino al 30 giugno, ma sono stati respinti senza motivazioni convincenti. Ora il M5s è riuscito a far passare un ordine del giorno alla Camera, che impegna il governo ad includere nella platea dei beneficiari anche i docenti che hanno una supplenza fino al 30 giugno.

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