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Alfonso Bonafede, il ministro per matrimoni e funerali

Il filmino pubblicato dal ministro Bonafede, dove Cesare Battisti è la vittima sacrificale usata in cambio di un paio di like su Facebook, è qualcosa di orrendo. Per diversi motivi che vale la pena osservare con attenzione. Sempre in attesa della prossima boutade che arriverà domani. Perché ormai è un (pessimo) sentieri che appare segnato.
A cura di Giulio Cavalli
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Sì lo so, lo so, del terribile filmino che il ministro Bonafede ha condiviso sul suo account facebok, trasmettendo l'arresto di Cesare Battisti come se fosse stato un gioviale matrimonio da amici da tenere nel cassetto per immalinconirsi tutti insieme nei ritrovi futuri, si è già scritto tantissimo eppure vale la pena tornare sull'argomento perché è la rappresentazione più tangibile della grettezza di Stato che attanaglia questi ultimi mesi, forse ancora peggio delle parole intrise di bava del ministro dell'inferno, proprio perché arriva dalla faccia pulita del governo, da quel Movimento 5 Stelle che tutto preso dalla smania di inseguire il ministro dell'interno sul sentiero della barbarie riesce ad essere contemporaneamente inopportuno, vendicativo eppur straordinariamente goffo come sono goffe quelle persone che per inadempienza al proprio ruolo rischiano di risultare pericolosissimi.

C'è la Giustizia, innanzitutto. Quella scritta con la G maiuscola, quella che sta sotto ogni riga della Costituzione (che proprio i 5 Stelle hanno agitato per anni come un vessillo) e che non ha niente a che vedere con la vendetta. Un uomo privato (sia pure giustamente) della propria libertà non è un trofeo da mostrare, il carcere non è un cassonetto dell'umido in cui buttare rifiuti umani (sarebbe la pena leggera, la Costituzione) e soprattutto la pena non è da espiare concedendo il condannato al pubblico ludibrio. Dal punto di vista della Giustizia (quella stessa Giustizia che il ministro dovrebbe servire piuttosto che servirsene) quel video è una schifezza immonda.

C'è poi la questione della legge. Il ministro Bonafede (che delle leggi e delle sue applicazioni dovrebbe occuparsi tutto il giorno, tutti i giorni, piuttosto che dei condannati) dovrebbe sapere che le procedure di fotosegnalamento effettuato negli uffici della Questura della Capitale e quelle relative alle impronte digitali devono essere preservate "dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità". Un ministro che si vanta di avere fatto rispettare la legge con un osceno video che viola la legge è un capolavoro di cretinismo. Davvero.

Poi c'è il rispetto per la divisa. E qui il discorso diventa addirittura grottesco: il ministro Bonafede, non contento di avere indossato una divisa della Polizia per inseguire la carnevalesca abitudine del suo vicepremier leghista, ha anche deciso di riprendere tutti gli operatori che hanno avuto un ruolo nell'arresto di Battisti e nelle successive fasi di identificazione e di trasporto in carcere. Peccato che nell'orrida filmino ad un certo punto si colga un uomo in borghese che cerca velocemente di coprirsi il volto con una sciarpa per sfuggire all'impudica telecamera: è un agente sotto copertura. Meglio: era un agente sotto copertura visto che la copertura è saltata dopo essere stato dato in pasto alla folla adorante con questo pessimo filmino ricordo. Questi vogliono rendere onore ai servitori dello Stato agghindandosi come loro ma alla fine risultano addirittura dannosi. tra l'altro, sia detto chiaramente, poiché sono al governo potrebbero riconoscere l'impegno delle forze dell'ordine in un modo semplice semplice: aumentando il salario e allargando l'organico. Troppo difficile vero?

Infine c'è una curiosità, di cui in fondo mi vergogno: per la produzione di un filmino del genere serve il coinvolgimento di una nutrita schiera di persone. C'è chi ha recuperato le immagini, chi si è occupato del montaggio, chi ha girato i video, chi ha pensato di farne un post su Facebook e presumibilmente anche chi ha accettato che diventasse mezzo di comunicazione. C'è una filiera di persone che si è messa al servizio di questo orrore. E che, ci scommetto, in queste ore addirittura si starà sforzando di difenderlo, di osannarlo.

Per fortuna domani ci sarà un'altra boutade. Meglio per tutti.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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