Alfano: “Sui migranti l’Europa non può dare lezioni agli Stati Uniti”

Sulla questione migranti l'Europa "non è certamente nella posizione di esprimere valutazioni sulle scelte di altri. O vogliamo dimenticare che anche in Europa si fanno i muri e talvolta anche dove non si fanno si evocano come è accaduto per il passo del Brennero?". L'implacabile giudizio selle politiche comunitarie sull'immigrazione arriva dal nostro ministro degli Esteri, Angelino Alfano, interpellato sulla nuova politica sull'immigrazione imposta dal neo Presidente Usa Donald Trump negli Stati Uniti e le relative proteste di piazza. "L’Europa non può immaginare di mostrarsi incapace di gestire la vicenda migratoria e al contempo essere rispettata nel giudizio" ha dichiarato Alfano in un'intervista al Corriere della Sera riferendosi al giudizio di Trump per il quel in Usa bisogna evitare proprio il caos che c’è in Europa sui migranti.
"Trump in campagna elettorale ha detto delle cose e, sulla base delle cose che ha detto, ha vinto. Adesso le sta realizzando. Non sta facendo cose diverse da quelle promesse" ha tenuto a sottolineare ancora Alfano. "Io dico che la nostra visione è un’altra e si è rivelata finora vincente sul piano della sicurezza. Ossia: nessuna omologazione generica tra migrazioni e terrorismo e attenzione al caso concreto. Abbiamo unito rigore e umanità e i nostri risultati sul piano della sicurezza stanno a testimoniare che non abbiamo sbagliato. Anzi, sono sicuro che proprio la nostra umanità abbia inciso sulla nostra sicurezza" ha affermato ancora Alfan, aggiungendo: "Abbiamo espulso i radicalizzati senza aspettare le sentenze della magistratura e siamo stati campioni del mondo nel salvataggio di vite nel Mediterraneo e di accoglienza a chi scappa da guerre e persecuzioni. Sicurezza e solidarietà possono camminare insieme".
"Sin da quando ero al Viminale avevo detto che era necessario rivolgere la massima attenzione più che agli africani immigrati, agli europei islamici che abitano le periferie di tante città e che si sono radicalizzati vivendo in Europa. Sappiamo tutti che cosa è successo con il terrorismo fondamentalista in Francia e in Belgio, e prima ancora nel Regno Unito" ha ricordato l'ex ministro dell'Interno, concludendo: "Io dico semplicemente che le politiche di integrazione sono fondamentali per cercare di fronteggiare la minaccia. Pur ribadendo che non esiste il rischio zero e soprattutto che nessuno Stato può ritenere di essere fuori pericolo".