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“AI Overviews? Pratica scorretta, Google non può appropriarsi del lavoro dei giornalisti”, dice il M5s a Bruxelles

La Commissione europea ha aperto un’indagine Antitrust contro Google: utilizzerebbe i contenuti degli editori digitali (anche su YouTube) per alimentare i suoi servizi di intelligenza artificiale come AI Overviews. La reazione della delegazione M5s al Parlamento europeo: “È una buona notizia per la stampa”.
A cura di Annalisa Girardi
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Immagine generata con l’intelligenza artificiale.
Immagine generata con l’intelligenza artificiale.

Google sta distorcendo la concorrenza e imponendo delle condizioni insostenibili agli editori? E cosa c'entra l'intelligenza artificiale in tutto questo?

Queste sono delle domande che si sta ponendo la Commissione europea, che ha aperto un'indagine formale Antitrust per valutare se il motore di ricerca abbia violato le regole di concorrenza dell'Unione europea. L'ipotesi è che lo abbia fatto utilizzando i contenuti degli editori digitali, così come quelli caricati su YouTube, per alimentare la propria intelligenza artificiale. Stiamo parlando dei servizi generativi basati sull'AI, come AI Overviews o AI Mode, che utilizzano i contenuti degli editori web e si servono delle pagine dei risultati di ricerca, senza però compensarli o permettere loro di rifiutarsi di mettere a disposizione i propri contenuti.

In altre parole: quando cerchiamo qualcosa su Google e ci troviamo di fronte al riassunto fatto con l'intelligenza artificiale, stiamo usufruendo di un servizio che è possibile grazie ad altri contenuti, quelli degli editori web appunto, che però non vengono retribuiti. La Commissione vuole allora capire se Google stia imponendo dei termini e delle condizioni ingiuste a questi editori e creatori di contenuti, concedendo a sé stessa un'accesso e un utilizzo privilegiato di quei contenuti, sviluppando poi al tempo stesso dei modelli di intelligenza artificiale che saranno sempre in vantaggio rispetto a quelli dei competitor.

La delegazione M5s: "Buona notizia per la stampa"

A questa notizia, dell'indagine formale, ha risposto con entusiasmo il Movimento Cinque Stelle, che da mesi ormai si sta occupando del tema. In una nota congiunta gli europarlamentari Mario Furore e Gaetano Pedullà hanno commentato: "L’apertura di un'indagine da parte della Commissione europea sull’uso dell’intelligenza artificiale AI Overviews di Google è una buona notizia per la libera stampa e il giornalismo. Lo scorso 21 novembre avevamo presentato una interrogazione alla Commissione europea per denunciare questo abuso di posizione dominante e siamo lieti che la risposta sia stata immediata".

E ancora: "Gli editori lamentano un calo significativo dei clic verso fonti esterne dai motori di ricerca fino al 30% e un aumento delle ricerche zero-click negli ultimi sei mesi. È l’effetto AI Overviews, una pratica palesemente scorretta che utilizza indebitamente i contenuti degli editori italiani ed europei attraverso l’uso dell’IA. Aspettiamo fiduciosi l’esito di questa indagine e ci schieriamo a fianco la FIEG e l'ENPA in questa battaglia di giustizia. Dietro ogni articolo pubblicato sul web c’è il lavoro di un professionista della stampa, Google non può appropriarsene senza riconoscerne la proprietà intellettuale e i diritti. La Commissione presenti al Parlamento europeo una proposta legislativa per regolamentare questa nuova estensione dell’intelligenza artificiale. Il Movimento 5 Stelle farà la propria parte".

Cosa c'è dietro l'indagine della Commissione Ue

Il punto è che molti editori dipendo da Google Search per il traffico degli utenti e non vogliono certo perderne l'accesso. Però servono appropriate compensazioni per l'utilizzo dei loro contenuti. Non stiamo parlando solo di Google: l'Antitrust Ue indaga anche sull'uso dei video caricati su YouTube per addestrare i modelli di intelligenza artificiale generativa di Google, sempre in assenza di un adeguato risarcimento per i creatori di quei contenuti. Chi carica un video su YouTube ha l'obbligo di concedere a Google il permesso di utilizzare i propri dati per scopi diversi. Tra questi c'è anche la formazione di modelli di intelligenza artificiale generativa. Ma Google non paga i creators di YouTube per questo servizio, né consente loro di negare l'utilizzo dei dati in questione.

Insomma, per ora c'è solo un'indagine formale, però se queste accuse venissero confermate ci troveremmo di fronte a delle violazioni delle norme di concorrenza dell'Unione europea, che vietano proprio l'abuso di una posizione dominante. In particolare, ci sarebbe la violazione dell'articolo 102 del TFUE, cioè del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, così come l'articolo 54 dell'accordo sullo Spazio economico europeo.

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