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Elezioni europee 2024

Agcom dice che il duello Meloni-Schlein è “legittimo solo se accettato dalla maggioranza dei partiti”

Il duello tv tra Schlein e Meloni, in vista delle europee è legittimo solo se “accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento”. Lo ha stabilito il Consiglio di Agcom, riunitosi per esaminare la questione dei possibili duelli televisivi in vista delle europee.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Agcom si è espressa sui duelli tv in vista delle elezioni europee di giugno, in particolare sul faccia a faccia previsto tra la premier Meloni e la segretaria del Pd Schlein, in programma il prossimo 23 maggio a Porta a porta su Rai 1. L'Authority, sollecitata da una richiesta di chiarimento presentata dalla presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, la senatrice del Movimento 5 stelle Barbara Floridia, ha dichiarato che il confronto in tv è legittimo ai sensi della par condicio solo "ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento". Quindi ora la sfida tv tra le due leader rischia di saltare.

Il Consiglio dell'Agcom, che si è riunito oggi pomeriggio, "ha esaminato e si è pronunciato, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, sulla questione dell’organizzazione dei confronti televisivi in trasmissioni di informazione giornalistica tra esponenti politici in vista delle elezioni Europee, a seguito di specifiche richieste dell’emittente RAI, della comunicazione della Presidente sen. Barbara Floridia, della segnalazione del dott. Michele Santoro nonché tenendo conto dell’annunciata volontà di alcune emittenti in relazione allo stesso oggetto", si legge in una nota.

"La disciplina sulla par condicio – spiega Agcom in una nota- come risulta dal combinato delle disposizioni della delibera n. 90/24/CONS e di quelle del provvedimento del 9 aprile 2024 della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, prevede che qualora la Rai o le emittenti nazionali private intendano trasmettere trasmissioni dedicate al confronto ‘devono assicurare una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti […] oltre che nell'ambito della medesima trasmissione, anche nell'ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto".

"Occorre quindi valutare – spiega la nota – la sussistenza del rispetto del principio di parità di trattamento, come delineato nell'articolo citato, in funzione delle modalità di esecuzione e collocazione delle trasmissioni. Nel caso specifico, la parità di trattamento può essere garantita dall'offerta a tutti i soggetti politici della medesima opportunità di confronto. Il Consiglio dell'Autorità, ritiene inoltre che le trasmissioni dedicate al confronto, come definite dall'articolo 7, comma 11, del regolamento dell'Autorità e dall'articolo 4, comma 7-ter, del provvedimento della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, possano considerarsi legittime ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento". "Eventuali spazi compensativi per coloro che dovessero rinunciare al format dei confronti – conclude la nota – dovranno essere organizzati nel rispetto dei principi previsti dalla citata normativa e in particolare del principio delle stesse opportunità di ascolto".

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