4 milioni al cugino di Fitto e all’ex spin doctor di Salvini: le spese di Lollobrigida per gli spot del suo ministero

Tornate con la mente al 2024. Se vi avessero detto che di lì a dodici mesi Francesco Lollobrigida non sarebbe stato più uno dei primi tre ministri del governo Meloni che vi vengono in mente quando si parla di gaffe, polemiche, bufere mediatiche, etc… Quanti di voi ci avrebbero creduto? Già, quasi nessuno. Perché nella prima parte della legislatura Lollobrigida è stato l'indiscusso mattatore di questa poco invidiabile graduatoria, tra sostituzione etnica e treni fermati.
Eppure Lollo è riuscito nell'impresa di farsi "dimenticare", con una strategia che – va ammesso – è risultata vincente: poche uscite pubbliche, quasi nessuna su temi diversi da quelli che riguardano il suo ministero; interviste e apparizioni tv centellinate; molto lavoro per recuperare consenso, anche nei settori i più critici sul suo operato al dicastero dell'Agricoltura. Attenzione, però, non pensate che questo passo indietro dai riflettori significhi che Lollobrigida ha rinunciato a curare la comunicazione e l'immagine, vi sbagliereste.
Fin dal suo insediamento al ministero infatti, l'esponente di Fratelli d'Italia ha dedicato un particolare attenzione alla promozione pubblica delle eccellenze made in Italy: dal vino alla pasta, fino alla recente la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco. Sotto la regia di Lollo, il Masaf e le sue propaggini non hanno badato a spese per campagne di comunicazione, spot e propoganda varia. E poi sponsorizzazioni e partecipazione agli eventi più svariati, non sul tema del cibo o affini.
Attività sicuramente utili a far conoscere ancora meglio i prodotti agroalimentari del nostro Paese, ma che certo di riflesso aiutano anche a illuminare la figura di chi le promuove. Su Fanpage.it ad esempio abbiamo raccontato in passato come Lollobrigida sia spesso presenza fissa in prima fila nelle grandi kermesse dello sport, che ottengono finanziamenti dal suo ministero.
Il bando per la comunicazione del ministero
L'ultima mossa in questa direzione è l'assegnazione di un bando, attraverso cui il Masaf affiderà spese fino a 4 milioni di euro nei prossimi due anni per "servizi di comunicazione e promozione per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari, per la partecipazione del ministero a manifestazioni di rilevanza nazionale ed internazionale e per l'organizzazione di eventi". Il capitolato di gara dettaglia i modi in cui saranno spesi i soldi: dalla fornitura degli spazi e gli allestimenti per gli eventi e le fiere alla progettazione e realizzazione di campagne di comunicazione sui media e sui social. Fino alla realizzazione di video e opuscoli informativi, solo per citare alcune voci.
La cifra di 4 milioni fa di certo impressione. Va detto però che si parla qui di un accordo quadro, cioè una cornice che definisce le linee generali e il plafond economico massimo messo a disposizione. Le prestazioni da fornire e i relativi costi dei singoli appalti verranno poi definiti di volta in volta degli accordi tra ministero e i vincitori della gara. D'altra parte, va ricordato che i 4 milioni messi a bando probabilmente non saranno gli unici soldi che il ministero spenderà per la comunicazione nei prossimi anni. Una buona parte dell'organizzazione di eventi e delle attività di promozione infatti viene solitamente demandata anche agli enti controllati dal dicastero, come Ismea.
La scelta di stipulare un accordo quadro è rivendicata da Masaf nei documenti ufficiali della gara, sostenendo che si tratta di uno strumento in grado di "garantire flessibilità nella pianificazione dei fabbisogni" e che inoltre "consente di accorpare acquisizioni ripetute di servizi sostanzialmente omogenei, riducendo così i costi procedurali collegati all’espletamento di gare similari". In altre parole, la tesi è che scegliendo dei fornitori fissi con cui trattare poi i singoli appalti si ottiene un risparmio, rispetto a dover indire ogni volta una gara. Anche se in questo modo ci si preclude la possibilità di trovare condizioni migliori sul mercato per il singolo evento o la singola campagna.
Chi ha vinto la gara
I vincitori della gara pubblica – che ha visto 21 soggetti in competizione – sono stati decretati a fine Novembre. Si tratta di una rete temporanea di imprese (Rti) composta da tre soggetti. La capofila è Spazio Eventi Srl, una società con base a Bari, che si è occupata, tra le altre cose, degli allestimenti della riunione dei capi di stato di governo del G7 in Puglia, nel 2024. Tra i soci di Spazio Eventi troviamo Fabrizio Fitto, cugino di Raffaele, ex ministro del governo Meloni e attuale vicepresidente della Commissione europea, uno degli uomini più potenti di Fratelli d'Italia.
Insieme a Spazio Eventi nel consorzio vincente c'è Universal Markenting, grande player internazionale del food. E poi un'altra società pugliese, l'agenzia di comunicazione Artsmedia. Il fondatore è Giuseppe Inchingolo, oggi capo della comunicazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, che detiene ancora il 50 percento della proprietà dell'agenzia. Inchignolo è stato a lungo consulente esterno per la Lega di Matteo Salvini, lavorando fianco a fianco con la ‘Bestia' , all'epoca guidata da Luca Morisi. Prima di approdare alle Ferrovie, il comunicatore è transitato anche dal ministero dell'Interno, dove ha dato una svolta social alla comunicazione del ministro Piantedosi.