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Piombino: Lucchini spegne l’altoforno, a rischio migliaia di posti di lavoro

Oggi incontro con sindacati e amministratori locali, il governatore della Toscana “Cè una bozza di accordo, mi auguro che presto arrivi la firma”.
A cura di A. P.
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Il lavoro di migliaia di operai appeso al filo della trattativa per evitare la chiusura dell'acciaieria Lucchini di Piombino che dà lavoro a circa 4.500 persone. Dopo l'ultima colata dell'altoforno l'impianto è stato fermato e, con la fine della produzione, rimane caricato "in bianco" solo per una ventina di giorni. I tempi dunque sono stretti per arrivare ad una soluzione e visto il momento decisivo la tensione a Piombino è altissima. Dopo aver ottenuto anche il sostegno di Papa Francesco che ha esortano gli imprenditori ad essere generosi, gli operai dell'acciaieria questa mattina hanno dato vita all'occupazione simbolica dello stesso altoforno per manifestare ancora una volta contro la chiusura degli impianti. Nel pomeriggio, dopo l'incontro nella sede della Regione Toscana con sindacati e amministratori locali sulla bozza di accordo, i dipendenti del polo siderurgico terranno un'ulteriore assemblea per esaminarne i contenuti.

Le trattative – Dopo le riunione a Roma il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si dice ottimista. "Ci sono grossi passi avanti, c'è una bozza di accordo" ha spiegato il Governatore al termine del vertice a Palazzo Chigi con il premier Matteo Renzi e il sottosegretario Graziano Delrio, aggiungendo: "Mi auguro che presto arrivi la firma". Ottimismo anche da parte del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha partecipato alle trattative. "Ambiente e sviluppo possono andare d'accordo. Tra il Mise e il ministero c'è stata una grande collaborazione e dal dicastero partiranno 50 milioni che serviranno per un progetto industriale e manifatturiero" ha annunciato infatti Galletti

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