Padoan: “Sulle pensioni il governo ha fatto una cosa di sinistra, ora pensiamo ai giovani”

La trattativa sulle pensioni tra governo e sindacati si è parzialmente arenata con la netta contrarietà della Cgil, nonostante l’apprezzamento di Cisl e Uil verso le scelte del Consiglio dei ministri. Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan torna a rivolgersi alle sigle sindacali rivendicando che quanto deciso dal governo sulle pensioni è stata “una cosa di sinistra”. In un’intervista a la Repubblica, Padoan ha spiegato: “La sostenibilità delle finanze pubbliche riguarda le generazioni future, che oggi sono più deboli”.
Secondo Padoan essere di sinistra “vuol dire cercare una crescita inclusiva e sostenibile, che sia condivisa con gli strati più deboli della società e duri nel tempo. Dunque, ci vuole impegno per chi è debole oggi ma anche per chi potrebbe essere debole domani, cioè le generazioni future”. Il fulcro del discorso del ministro dell’Economia sono proprio i giovani: “Mi limito a dire che la voce di spesa pubblica per le pensioni è quella che più è aumentata negli ultimi anni, mentre altre voci sono scese. Le pensioni non sono quelle che hanno sofferto di più mentre la disoccupazione giovanile resta troppo alta. Per i giovani bisogna fare di più, sempre di più”.
Sulla trattativa con i sindacati, Padoan parla di un andamento “positivo”: “Ora si va in Parlamento visto che si tratta di emendamenti alla legge di Bilancio”. “Mi rammarico – dice ancora rispetto alle decisioni delle sigle sindacali – che questa soluzione sia stata accolta solo da due sindacati su tre ma la spesa pensionistica è cruciale”.
Il ministro dell’Economia commenta anche la lettera ricevuta dalla Commissione Ue sulla manovra: “La Commissione riconosce le molte cose buone fatte dai governi di questi anni: le riforme, incluse quelle nel settore bancario, l'aumento della crescita potenziale, il miglioramento delle finanze pubbliche”. “A Bruxelles – aggiunge – temono che i risultati del 2018 non siano conformi alle nostre aspettative ma la divergenza si basa su stime diverse della crescita reale e nominale e sulla stima del potenziale che è controversa. Così com'è la legge di Bilancio può conseguire i risultati che ci siamo imposti”. Sulle previsioni per la fine dell’anno, Padoan sostiene che “già per quest’anno ci sono possibilità che le cose possano migliorare: penso che la crescita, alla fine, sarà superiore all’1,5%”.