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Ostaggi italiani uccisi per errore durante battaglia contro l’Isis: “Non doveva succedere”

Fonti libiche raccontano a Fanpage.it quanto sarebbe accaduto a Sabratha in Libia: Fausto Piano e Salvatore Failla rimasti uccisi in un conflitto a fuoco tra la milizia Sabratha Military Council e una cellula del Califfato.
A cura di Giorgio Scura
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Uccisi per errore durante un conflitto a fuoco. Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti dell'impresa Bonatti, rapiti nel luglio 2015, sono stati uccisi durante un trasferimento da Sabratha, nell'ovest della Libia, verso la Tunisia, appena fuori città. Lo raccontano a Fanpage.it alcune fonti locali che hanno fornito anche alcune choccanti fotografie che pubblichiamo pixellate e i cui originali sono stati inviati agli inquirenti italiani.

Sulla dinamica dello scontro a fuoco ci sono versioni discordanti, ma quello che è assodato è che i nostri connazionali sono stati uccisi per errore durante una sparatoria tra i sequestratori, un gruppo appartenente all'Isis, e una milizia governativa, la Sabratha Military Council un gruppo armato governativo sostenuto dal governo provvisorio di Tripoli. Secondo le fonti che Fanpage.it ha contattato, i miliziani non sapevano che in quel gruppo ci fossero degli ostaggi italiani.

Solo dopo il conflitto a fuoco, si sono resi conto che, oltre ad alcuni militanti del Califfato di nazionalità tunisina, tra cui una donna, c'erano anche Fausto Piano e Salvatore Failla. In un primo momento si era diffusa la voce che fossero siriani, poi serbi. In un accavallamento di voci, notizie, isterie e propaganda, far luce su quanto davvero è successo è impresa ardua.

Un'altra fonte, un medico, ci ha riferito addirittura che entrambi, o almeno uno dei due, siano stati catturati vivi e poi, ritenuti comunque affiliati a Daesh, giustiziati sul posto salvo accorgersi dopo del tremendo errore. Alcune fonti online, infatti, ieri parlavano di un non meglio specificato combattente Isis italiano, un foreign fighter, ucciso in uno scontro a fuoco nei pressi di Sabratha.

Una chiara versione di quanto successo ancora non c'è. Altre fonti, forse per provare a giustificare il tremendo errore, dicono che durante lo scontro a fuoco gli italiani erano armati. Mentre non trova conferme la tesi secondo cui sarebbero stati uccisi dagli stessi miliziani dell'Isis prima del combattimento.
Quello che è assodato è che i nostri connazionali sono arrivati privi di vita in ospedale e che sono stati riconosciuti da Dennis Morson, il responsabile della logistica dell'impresa Bonatti in Libia.
A Sabartha, con il diffondersi della notizia, c'è un sincero e diffuso sentimento di costernazione e dispiacere tra la popolazione per quanto successo. "Erano ostaggi, erano innocenti, anche loro vittime della furia folle dell'Isis. Non doveva succedere, la città è sotto choc".

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