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Nuova via della seta, Conte: “Nessun rischio colonizzazione da parte della Cina”

Il presidente del Consiglio Conte difende il patto economico-commerciale che dovrebbe essere siglato a giorni con la Cina: “Nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all’interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare”
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un'intervista sul Corriere della Sera, ha parlato dell'accordo con la Cina per far rivivere la cosiddetta ‘Via della Seta':"Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese", ha detto. Il testo di quest'intesa, "imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso", in una cornice "trasparente". 

"Nessun rischio di colonizzazione. Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all'interno del governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare", ha precisato Conte. Il premier difende il dossier, anche alla luce delle critiche mosse dal vicepremier Matteo Salvini, e non sembra preoccupato del fatto che il rapporto con la Cina sia diventato un nuovo terreno di scontro tra Lega e M5S: "Il nostro governo ha sempre dimostrato di saper convergere sui temi decisivi per l'interesse del Paese".

L’Italia potrebbe essere il primo paese del G7 a firmare un memorandum d’intesa (MoU) per aderire alla Belt & Road Initiative (BRI). La stipula dell'accordo dovrebbe avvenire durante la visita del presidente cinese Xi Jinping, prevista dal 21 al 24 marzo. "Con Pechino dobbiamo riequilibrare la bilancia commerciale, attraverso un maggior accesso al mercato cinese per i nostri beni, dall'agroalimentare al lusso, e per i nostri servizi, e qui mi riferisco all'eliminazione delle barriere al mercato degli appalti in Cina". E ancora: "Riponiamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e ad evitare investimenti predatori e trasferimenti di know how e tecnologie di punta".

Il premier esclude che alla fine possa non arrivare la firma: "Non ci sono ragioni ostative per non finalizzare il lavoro compiuto in questi mesi". Conte minimizza anche i timori degli Usa, perché trattandosi soltanto di un accordo di natura economico-commerciale, risulta essere perfettamente compatibile con la nostra collocazione nell'Alleanza atlantica e nel Sistema integrato europeo". Ma il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha detto che il dossier potrebbe risultare "opaco": "Nessun rischio del genere – ha detto Conte – come si potrà constatare dalla lettura dell'accordo".

A Conte viene domandato se non sia una contraddizione rinviare la decisione sulla Tav e nel frattempo accelerare su un accordo di questo tipo. Conte ha risposto così: "La Tav ormai è un'ossessione nazionale. Ci sono centinaia di cantieri sul territorio che possiamo far ripartire grazie al decreto legge che anticiperà la riforma del codice degli appalti. Già in settimana apriremo un tavolo con le Regioni, con Anci e con Ance per sbloccare le opere ferme in tutta Italia. Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese"

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